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Il mondo del turismo è contro le aste delle spiagge. Ma il governo è fermo

Si è tenuta ieri a Cesenatico una convention sul futuro del turismo, che ha visto le spiagge al centro dell'attenzione. Ma dalla legge di stabilità, che doveva contenere un emendamento per la sdemanializzazione, ancora non ci sono novità.

di Alex Giuzio

Il mondo del turismo balneare è tutto schierato a favore degli imprenditori di spiaggia. Ma la posizione del governo rimane ambigua. È emerso molto chiaramente ieri mattina a Cesenatico, durante la convention sul turismo "Spiagge all’asta, alberghi in vendita: quale futuro?" organizzato da Cooperativa bagnini e Adac Federalberghi di Cesenatico al Palazzo del turismo della località romagnola.

Il mese di novembre è particolarmente caldo per gli imprenditori balneari: non è ancora chiaro, dopo settimane di trattative, se nella legge di stabilità in approvazione sarà inserito un emendamento che disponga la sdemanializzazione degli stabilimenti balneari per salvarli dalla direttiva europea Bolkestein, la quale invece apre alla loro messa all’asta. Ma alla convention di ieri è emerso come non solo gli imprenditori di spiaggia, ma anche gli albergatori siano a favore di una norma che tuteli chi finora ha creato sviluppo sulle coste italiane: «Una volta si invocava la terra per i contadini – ha sintetizzato Giancarlo Barocci, presidente Adac-Federalberghi Cesenatico – oggi dobbiamo gridare che la spiaggia resti ai bagnini. I turisti si recano in Italia proprio per il mare, e per questo occorre lasciarne la gestione a chi fino a oggi lo ha saputo valorizzare al meglio, sventando i tentativi di assegnare le spiagge ad altri gruppi economici. Anzi, sarebbero fondamentali delle adeguate politiche di sostegno per tutti gli attuali imprenditori turistici, affinché si possa continuare a creare sviluppo».

A rappresentare la voce degli imprenditori balneari c’era in primis Riccardo Borgo, presidente del Sib-Confcommercio: «Le aste degli stabilimenti balneari non sono una strada accettabile. Non potremmo competere con i grandi capitali che vogliono mettere le mani su questa ricchezza, col rischio di stravolgerla; e per questo siamo un comparto economico da tutelare, anche perché rappresentiamo più di un secolo di storia. Una soluzione condivisa ci è stata finalmente presentata lo scorso 26 settembre da Pier Paolo Baretta, il sottosegretario incaricato dal ministro dell’economia di seguire l’annosa questione degli stabilimenti balneari, in fase di stallo dopo che la direttiva Bolkestein ha aperto alla loro messa all’asta. Baretta prevedeva di sdemanializzare l’area dove insistono i nostri manufatti e assegnarcela con diritto di opzione, ma la sua proposta ha scatenato il finimondo: la stampa ha spacciato la sua idea per la vendita delle spiagge, attirando l’opposizione dell’opinione pubblica disinformata sui veri fatti. Voglio perciò ancora specificare che non si sta discutendo di vendere le spiagge, ma solo le aree che una volta erano spiagge, e su cui oggi sorgono delle imprese private. Subdolamente, la campagna contro gli imprenditori balneari ha persino tirato fuori la solita storia dei canoni, ma noi, oltre a ribadire di essere sembre stati disposti a ridefinire e uniformare i canoni (a partire da quelli dei pertinenziali), ricordiamo che non si tratta della nostra unica spesa: ci sono anche l’Iva (siamo anzi le uniche imprese turistiche ad averla al 22%), la Tares, l’Imu e tutti i costi di gestione dei servizi pubblici».

Inoltre, Borgo si è «dissociato formalmente» dalla pagina pubblicitaria uscita due giorni fa dal Sole 24 Ore a firma di alcune associazioni balneari toscane. Oggi è invece uscita sullo stesso quotidiano la pagina ufficiale firmata dai sindacati di categoria per informare l’opinione pubblica sulla vicenda Bolkestein.

In collegamento telefonico è intervenuto anche il deputato del Pdl Sergio Pizzolante, che ha fatto il punto sulle trattative in corso: «Il Pdl è favorevole alla sdemanializzazione, mentre il Pd è contrario alla vendita, seppure parziale, di suolo pubblico. Noi, per mediare tra le due posizioni, siamo allora disposti a un lungo diritto di superficie di almeno 50 anni. Stiamo trattando in questi giorni».

Era presente alla convention anche l’assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna Maurizio Melucci, che ha espresso la sua posizione: «Non sono d’accordo con la vendita della spiaggia, nemmeno di una parte parziale. Preferirei un diritto di superficie di 90 anni, proprio come aveva tentato di fare l’ex ministro Tremonti; peccato che la sua proposta sia stata bocciata dal Presidente della Repubblica. Oppure di adottare una soluzione simile a quella degli ambulanti». Ma questa dichiarazione ha fatto infuriare i balneari presenti, che hanno interrotto il discorso di Melucci. Gli esponenti del Comitato salvataggio imprese e turismo Rodolfo Martinelli ed Emiliano Favilla hanno poi preso la parola al microfono per esporre la loro contrarietà.

Qui sotto, il servizio video sulla convention con le interviste a Riccardo Borgo, Sergio Pizzolante e Maurizio Melucci.

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