«Nell’importante convegno giuridico che si è tenuto venerdì a Pesaro, intitolato “Le concessioni demaniali marittime tra diritto nazionale e diritto dell’Unione europea“, sono intervenuti prestigiosi professori di diritto amministrativo provenienti da diverse università, per fare il punto della situazione dal punto di vista giuridico in merito al’annosa vicenda delle concessioni balneari alla luce anche delle recenti pronunce giurisprudenziali». Lo comunica una nota del Sib-Confcommercio.
«Per quanto ci riguarda abbiamo cercato di fornire al qualificato uditorio un contributo sulle posizioni squisitamente giuridiche che possono vantare le aziende balneari concessionarie», riferisce il presidente del Sib Antonio Capacchione, che ha partecipato al convegno in qualità di relatore. «In primo luogo la doverosità di una tutela del cosiddetto legittimo affidamento, invocabile dai balneari per l’abrogazione, a seguito del d.l. 30 dicembre 2009 n. 194, del loro diritto di insistenza precedentemente riconosciuto dal Codice della navigazione, così come indicato al punto 56 della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea C-458/14 “Promoimpresa” del 14 luglio 2016. Per la giurisprudenza comunitaria, la tutela del legittimo affidamento costituisce uno dei “motivi imperativi di interesse generale” ex art. 12 comma 3 della direttiva Bolkestein».
«Importante anche la tutela della proprietà aziendale – prosegue Capacchione – anche alla luce della sentenza della stessa Corte di giustizia C-375/14 “Laezza” del 28 gennaio 2016, che ha anche chiarito il contrasto con il trattato europeo di una eventuale coattiva cessione a titolo gratuito, in favore dello Stato, dei beni e attrezzature aziendali alla scadenza della concessione».
«In molti degli autorevoli interventi – conclude il presidente del Sib – sono state evidenziate le criticità sul trattamento giuridico riservato alla disciplina delle concessioni demaniali marittime italiane, sia dall’Europa che da parte della giurisprudenza italiana, peraltro contraddittoria».
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