Attualità

Il governo apre al salvataggio dei balneari pertinenziali

In arrivo un emendamento alla Legge di Stabilità: lo ha annunciato il sottosegretario Baretta a margine della presentazione dlel'intergruppo parlamentare a tutela dei balneari.

di Roberto Antonini

ROMA – Un emendamento alla legge di Stabilità che intervenga sui canoni dei balneari ‘pertinenziali’, cioè coloro che hanno in gestione spiagge con strutture di difficile rimozione che diventano o sono divenute pertinenza dello Stato, con canoni aumentati anche del 3000%. Un emendamento, in pratica, che sposti i termini dei pagamenti e sospenda le decadenze che i Comuni inviano ai concessionari. Lo chiedono a gran voce i ‘pertinenziali’ stessi, e Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia e finanze, apre alla possibilità.

Parlando a margine della presentazione dell’intergruppo parlamentare a sostegno delle piccole imprese turistico-balneari, ieri al Senato (vedi notizia precedente), Baretta ha detto che «se i senatori lo proporranno, poi noi lo valuteremo».

Sul tema dei pertinenziali, che nasce dalla lontana legge Finanziaria 2007, «abbiamo fatto la sospensione degli effetti per due anni consecutivi poi abbiamo stabilizzato i pagamenti a fine gestione, tema di competenza del Mef, rendendolo strutturale», spiega Baretta. «A questo punto della discussione – aggiunge – si potrebbe, così come accaduto per la questione della linea demaniale inserita nel ddl Enti locali, estrapolare la questione e inserirla nei provvedimenti su cui stiamo lavorando». Certo, «la valutazione politica è seria e da fare tutti insieme, parlamento e governo – dice il sottosegretario – dal punto di vista del Mef l’unico problema è lo scavallamento dell’anno ma non c’e’ nessuna obiezione alla sospensione degli effetti, che non incide sul piano non togliendo le licenze».

A illustrare il problema è Walter Galli del Coordinamento pertinenziali: «Nella legge Finanziaria 2013 un emendamento diceva che il contenzioso in corso si poteva chiudere pagando il 30% delle somme dovute per poi scalare, ma il 90% dei Comuni non risponde. Da alcuni giunge una risposta positiva, ma molti altri ancora interpretano la somma dovuta come debito inevaso e vanno avanti con la decadenza del titolo per la concessione, nonostante ci siano cinque sentenze che danno ragione a noi». Ora quindi, conclude Galli, «si dovrebbero spostare i termini e chi ha fatto ricorso entro il 2013 lo veda spostato al 2015 e andrebbero sospese le decadenze, perché i Comuni continuano a farle partire».

fonte: Agenzia Dire

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