Meno della metà degli stabilimenti balneari siciliani aumenterà i prezzi per l’estate 2023, e i rincari non supereranno il 15%. È quanto emerge da un’indagine di Cna Balneari Sicilia, che anche quest’anno ha effettuato una raccolta di dati sui prezzi degli stabilimenti balneari. Su un campione di 150 imprese del settore distribuite su tutta l’isola e su tutte le province rivierasche, emerge che il 53% degli operatori presi in considerazione dall’intervista manterrà gli stessi prezzi del 2022, mentre il 29% prevede aumenti non superiori del 5% e il 15% un incremento entro il 10%.
L’indagine di Cna Balneari Sicilia, svolta principalmente in strutture con bar e ristoranti, va anche nel dettaglio provinciale: Messina, Catania, Trapani e Agrigento registrano una tendenza leggermente più alta nel mantenimento dei prezzi del 2022, attestandosi al 60% di operatori che manterranno gli stessi prezzi, mentre la parte rimanente del campione prevede aumenti non superiori al 5%. Invece nei territori di Siracusa, Palermo, Ragusa e Caltanissetta, manterrà gli stessi prezzi la metà degli operatori, mentre l’altra metà prevede incrementi entro il 10%.
Un altro dato rilevato è relativo alla tendenza di apertura degli stabilimenti balneari in Sicilia per la stagione alle porte. Il dato regionale consegna una tendenza perfettamente equilibrata tra i mesi di aprile, maggio e giugno: un terzo degli intervistati intende aprire già nel mese in corso, mentre la rimanente parte si distribuisce equamente negli altri due mesi. Rispetto all’anno scorso aumenta la quantità di operatori impegnati in un’apertura ad aprile e diminuisce quella di maggio, segno di una volontà di anticipare.
In termini territoriali, le province in cui emerge la tendenza più forte nell’anticipo all’apertura sono Trapani e Messina, mentre aspetteranno tendenzialmente la fine di maggio o i primi di giugno i territori di Palermo, Ragusa e Catania. A Siracusa, Agrigento e Caltanissetta si aprirà invece principalmente a maggio.
«Nonostante l’inflazione e l’aumento dei costi sulle imprese per le utenze, i prodotti, i lavori e le manutenzioni, anche quest’anno gli operatori hanno reagito con attenzione, senza aumentare sensibilmente i prezzi verso l’utenza», sottolineano il coordinatore regionale di Cna Balneari Sicilia Gianpaolo Miceli e il presidente Guglielmo Pacchione. «È un dato rilevante che sentiamo di evidenziare, anche per contestare un racconto mediatico costante che tocca probabilmente dei casi eclatanti, ma che non rende merito a una categoria strategica per il turismo siciliano e non solo, troppo spesso presa di mira e oggi a serio rischio di essere messa in liquidazione per scelte illogiche. Nei prossimi giorni convocheremo la stampa per dimostrare le nostre ragioni e continueremo a sostenere il valore strategico del comparto».
Qui di seguito si riportano le infografiche dell’indagine di Cna Balneari Sicilia.


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