La plastica è un problema ambientale sempre più grave, soprattutto per le aree marine e costiere, tanto che i governi di tutto il mondo stanno approvando varie leggi per limitarne l’utilizzo. E gli impreditori balneari italiani si confermano pionieri anche in questo, a partire dalla Toscana e dalla Sicilia.
I primi stabilimenti balneari a eliminare la plastica si trovano a Viareggio, sono ben 24 e fanno parte della rete di imprese “Marine del Parco” nata nel 2013. Già noti in passato per delle virtuose azioni collettive a tutela di questa preziosa area naturalistica costiera, questi balneari viareggini hanno deciso di bandire la plastica dalla prossima estate: niente più piatti, bicchieri e cannucce in materiali non biodegradabili, che purtroppo sono spesso abbandonati sulla spiaggia o in mare dove restano per secoli e secoli. Al loro posto subentreranno i materiali vegetali e compostabili, da poter gettare nell’organico – comprese le bottigliette d’acqua usa e getta.
Un’analoga iniziativa è stata lanciata dalle spiagge siciliane, ma in questo caso non si tratta di una scelta dei singoli imprenditori, bensì di una lungimirante imposizione da parte della Regione Sicilia, già adottata da 11 amministrazioni comunali. Le città “plastic free” sono per ora Noto, Siracusa, Avola, Pantelleria, Favignana, Lampedusa, Linosa, Capo d’Orlando, Augusta, Pachino, Capaci, Malfa: anche qui saranno vietati i materiali in plastica non biodegradabile, grazie a delle ordinanze che riguarderanno anche gli stabilimenti balneari. L’ordinanza regionale vieta infatti a tutti i titolari di concessioni demaniali marittime, a partire dal 1° gennaio di quest’anno, di utilizzare posate, piatti, cannucce, mescolatori, contenitori per alimenti, bicchieri e tazze per bevande in plastica monouso.
Entrambi i casi – quello toscano e quello siciliano – sono degli esempi virtuosi da seguire, e si auspica che altri gruppi di operatori balneari lo facciano già a partire dalla prossima estate.
© Riproduzione Riservata