Con una nuova ordinanza in vigore da ieri, la Regione Emilia-Romagna ha consentito esplicitamente le attività di preparazione degli stabilimenti balneari tra i lavori che è possibile proseguire durante la fase di contenimento sanitario. «L’accesso – precisa una nota della Regione – è consentito solo al personale impegnato in comprovate attività di cantiere e lavorative in corso, anche relative alle aree in concessione o di pertinenza». Dal permesso resta esclusa la provincia di Rimini, dove insieme a quella di Piacenza sono in vigore norme più restrittive rispetto al resto della regione, a causa del numero elevato di contagi che impongono il fermo totale di qualsiasi attività.
Tuttavia, la raccomandazione per i balneari è di recarsi nella propria spiaggia solo per comprovate urgenze e non per praticare l’attività ordinaria di manutenzione o allestimento: infatti non è ancora chiara la compatibilità tra l’ordinanza regionale e la legge nazionale che invece vieta i lavori di cantiere e completamento in spiaggia; dunque è ancora possibile che le forze dell’ordine, durante le attività di pattugliamento, contestino la presenza dei titolari di stabilimenti balneari rifacendosi alle disposizioni nazionali e non a quelle regionali. L’invito, insomma, è quello di usare il buon senso e di restare a casa, salvo inderogabili urgenze.
In seguito al dpcm emesso lo scorso 22 marzo dal governo, resta molta confusione in merito alla possibilità o meno, per i titolari di stabilimenti balneari, di poter effettuare le attività di allestimento e di manutenzione che di solito si svolgono in questo periodo per preparare i lidi in vista dell’apertura della stagione. Infatti il provvedimento nazionale, che ha disposto l’interruzione di tutte le attività lavorative non necessarie, non cita esplicitamente gli stabilimenti balneari; tuttavia proibisce ogni attività di cantiere edile, tinteggiatura, intonacatura e “altri lavori di completamento e finitura degli edifici”, compresi quelli non specializzati. È in tale formulazione che paiono rientrare le attività preparatorie degli stabilimenti balneari, che dunque, applicando il provvedimento alla lettera, dovrebbero fermarsi. Oggi invece, almeno in Emilia-Romagna, questo tipo di lavoro sembrerebbe esplicitamente permesso, ma la confusione permane ed è più prudente non recarsi comunque presso il proprio lido. Infatti il governatore Stefano Bonaccini si è limitato a prorogare quanto disposto da una precedente ordinanza, la n. 35 del 14 marzo, che sarebbe scaduta ieri e che consentiva appunto l’attività preparatoria negli stabilimenti balneari; ma non ha tenuto conto che nel frattempo è subentrato il dpcm governativo del 22 marzo contenente ulteriori restrizioni.
Per tutto il resto d’Italia, invece, vale quanto abbiamo scritto nel nostro articolo di qualche giorno fa “Stabilimenti balneari, allestimento vietato fino al 3 aprile“: bisogna interrompere ogni attività preparatoria sul proprio lido al fine di rispettare le norme di contenimento ed evitare problemi con le forze dell’ordine, che durante i loro pattugliamenti potrebbero rifarsi al dpcm governativo e dunque contestare la presenza degli operatori balneari presso i propri lidi, anche tramite multe salate. Proprio in Emilia-Romagna, nei giorni immediatamente successivi al dpcm del 22 marzo la capitaneria di porto avrebbe emesso alcuni verbali contro i titolari di stabilimenti sorpresi a lavorare nella propria spiaggia, ritenendo che non fossero autorizzati a farlo.
L’apertura al pubblico degli stabilimenti balneari continua invece a essere proibita in tutta Italia, così come il resto delle attività ricettive e di ristorazione. La disposizione è valida fino al 3 aprile, ma è molto probabile che sarà prorogata di qualche settimana.
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