MATERA (Adnkronos) – È di nuovo corsa contro il tempo in Basilicata per salvare la stagione turistica in alcune località dello Jonio flagellate dall’erosione costiera. Per uno scherzo meteorologico, sono le mareggiate di primavera a provocare i maggiori danni.
La situazione non riguarda l’intera costa sabbiosa, ma solo alcuni tratti dei litorali di Metaponto, da anni alle prese con l’emergenza e con qualche miglioramento, e da quest’anno Scanzano Jonico. Paradossalmente, proprio in questa località la situazione si è fatta più pesante del solito: mentre l’estate scorsa la stagione balneare fu rovinata dal fuoco, con i ripetuti incendi della pineta costiera che hanno distrutto anche uno stabilimento, questa volta la minaccia maggiore è proprio l’acqua.
Le ultime mareggiate hanno mangiato altre decine di metri di spiaggia, arrivando fino alla strada. Una situazione che richiede di correre subito ai ripari e che preoccupa gli operatori turistici. Scampato il pericolo per i canoni delle concessioni demaniali, bisogna fare i conti con un problema che da pochi anni è diventato un vero e proprio rompicapo.
Le soluzioni non sono semplici e a volte durano solo una stagione. Accuse più o meno velate vengono indirizzate verso la costruzione dei porticcioli turistici quale causa di un cambiamento delle correnti. Tuttavia l’emergenza richiede la corsa ai ripari. Per Metaponto si sta pensando a delle barriere da posizionare sul fondale, mentre Scanzano Jonico non è inclusa nella zona di intervento contro l’erosione costiera.
Il litorale della Basilicata si estende per 63 chilometri ed è costituito dalla costa jonica (38 chilometri) e da quella tirrenica (25). Le due aree costiere sono soggette a dinamiche di trasformazione molto differenti. La costa jonica, in particolare, negli ultimi dieci anni ha registrato un notevole incremento di attività turistiche.
Il fenomeno erosivo ha cause soprattutto storiche. Circa il 75 per cento della costa jonica lucana è interessata da fenomeni erosivi in atto, con una situazione di rischio in genere molto elevato, soprattutto per l’effetto di esondazione dei corsi d’acqua, sempre più accentuati a partire dagli anni ’60, che hanno portato alla scomparsa di ampi settori di spiaggia e di parte delle dune. Questi fenomeni hanno causato sia alterazioni degli ecosistemi che danni alle attività economiche e agli insediamenti presenti nell’area. Ci sono quindi le cause dell’arretramento della linea di riva che sono legate all’azione del mare oppure agli effetti indotti dall’uso del suolo e delle acque nei bacini idrografici dei corsi d’acqua con foce nel mar Jonio. Infatti, tra di esse è soprattutto il sostanziale decremento dell’apporto a mare di sedimenti a opera dei corsi d’acqua lucani, bloccato in parte dall’imponente sistema di invasi e traverse realizzato a partire dagli anni ’50 per garantire l’approvvigionamento idrico della Basilicata e della Puglia.
Circa i fenomeni recenti, invece, non ci sono ancora studi sull’effetto provocato dalla realizzazione dei porticcioli turistici. Sta di fatto che negli ultimi anni c’è stata una potente accelerazione del fenomeno erosivo che ha divorato interi arenili e lunghi tratti di spiaggia sabbiosa.
Per Metaponto finora la Regione è intervenuta con il ripascimento, un provvedimento tampone che reintegra temporaneamente la sabbia che a causa del moto ondoso si sposta e si va a depositare sui fondali. Esistono anche rimedi strutturali che proteggono dal mare stesso. Per Metaponto e per la costa jonica è stata esclusa la realizzazione di una scogliera di massi. Si pensa, invece, alla tecnica dei "pennelli soffolti", vale a dire barriere di sabbia o tubi elastici posati sul fondo del mare che riducono l’azione delle correnti sull’arenile.
Ma a emergenza si aggiunge altra emergenza. Un altro allarme arriva da Terzo Madonna, un tratto di arenile di Scanzano Jonico. L’amministrazione locale, guidata dal sindaco Salvatore Jacobellis, ha già presentato richieste e documentazione alla Regione e al commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico, Saverio Acito. «Abbiamo chiesto un intervento immediato – afferma il vicesindaco Sante Pantano all’Adnkronos – per includere Scanzano nell’area di interventi dell’erosione costiera. La situazione è preoccupante e gli operatori balneari giustamente chiedono attenzione, perché la nuova stagione è imminente. Con le ultime mareggiate c’è stato un arretramento notevole del litorale, di almeno 40-50 metri. L’acqua è arrivata anche ai parcheggi che abbiamo finito di sistemare».
«Abbiamo chiesto degli incontri urgenti – aggiunge Pantano – perché le attività turistiche devono partire subito. Stiamo tenendo alta l’attenzione, la questione è molto seria. Ci aspettiamo che il nostro Comune sia presto incluso tra le aree a rischio idrogeologico».
Sul punto, la Confapi di Matera ha chiesto di non disperdere le risorse in mille rivoli. «Sono troppi 105 interventi nell’accordo di programma per la Basilicata – è il ragionamento dell’associazione di piccole industrie –. Frazionando gli interventi si corre il rischio che gli stessi non siano efficaci e che, nascondendosi dietro il concetto della mitigazione del rischio, le risorse siano spese inutilmente. Devono essere immediatamente disponibili per finanziare interventi mirati».
Altre attività sono in corso per evitare gli incendi, che l’anno scorso sono stati disastrosi. «Stiamo tenendo delle riunioni con gli altri Comuni della zona Metapontina – riferisce Pantano – e abbiamo fatto delle precise richieste. Quello che chiediamo è molto chiaro. Devono essere i Comuni a individuare le zone dove intervenire per la pulizia del sottobosco e per la realizzazione delle fasce tagliafuoco. La presenza sul territorio permette di conoscere meglio quali sono i punti critici. Situazioni come quelle dell’anno scorso non si devono ripetere».
Adnkronos
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