Attualità

Emendamento balneari pertinenziali, polemiche senza fondamento

Si è scatenata la bufera sull'emendamento Pizzolante-Arlotti che sospende le decadenze di circa 200 concessioni. Ma chi si oppone è disinformato: ecco perché.

di Alex Giuzio

Contro i balneari pertinenziali si è scatenato il finimondo. È bastata l’approvazione, in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati, di un emendamento alla Legge di Stabilità che sospende le decadenze delle concessioni pertinenziali fino al 30 settembre 2016 (vedi notizia) per far partire una campagna di disinformazione tra la stampa generalista e i partiti politici sia di opposizione che di maggioranza.

Le argomentazioni sono che l’emendamento, firmato da Sergio Pizzolante (Ncd) e Tiziano Arlotti (Pd), sarebbe una "sanatoria" per tutti gli stabilimenti balneari in ritardo con il pagamento del canone o in qualche altra posizione irregolare. Niente di più falso: l’emendamento, in realtà, sospende per pochi mesi (in attesa di un riordino complessivo della materia) la decadenza delle concessioni balneari solo per le circa 200 imprese "pertinenziali", alle quali la legge Finanziaria del 2006 ha erroneamente applicato il calcolo dei valori Omi, facendo impennare i canoni a diverse centinaia di migliaia di euro all’anno e rendendoli di fatto impossibili da pagare.

La dichiarazione più pesante, tra le tante che si sono sentite ieri, appartiene a Stefano EspositoMatteo Orfini. Il deputato e il presidente del Partito democratico, secondo l’Huffington Post, avrebbero definito l’emendamento una "porcata" e chiesto al loro partito di cancellarne l’approvazione. Addirittura, si mischiano le carte in tavola attribuendo a questo emendamento una generica sanatoria per le imprese balneari di Ostia, finite nell’occhio del ciclone per alcuni casi di illegalità legati all’inchiesta "Mafia capitale".

Immediate le dichiarazioni di sostegno, a partire dal firmatario dell’emendamento Sergio Pizzolante: «Non è stato approvato alcun emendamento salva abusi e nemmeno salva morosi ed evasori. L’emendamento è stato votato convintamente dalla maggioranza e non per distrazione; non interviene su abusi di nessun tipo. Riguarda, come è scritto chiaramente nella riformulazione, solo i cosiddetti ‘pertinenziali incamerati’, per i quali nella legga finanziaria del 2006, e precisamente all’art.1 comma 256, è stato definito un criterio di calcolo dei canoni collegato ai valori Omi che in alcuni casi ha determinato un maxi aumento del canone da alcune migliaia di euro a cifre intorno ai centomila euro annui. Aggiungendo gli arretrati, tutto ciò significa milioni di euro da pagare per piccoli operatori, assolutamente fuori da ogni logica di mercato, con la conseguente messa in crisi dell’impresa. Stiamo parlando in origine, dopo il 2006, di circa un migliaio di operatori dei quali, nonostante tutto, circa 800 hanno pagato cifre abnormi impegnando ogni proprio bene. Rimangono 200 operatori che proprio non sono in grado di far fronte a cifre ingiuste che li hanno portati al limite del fallimento. Ricordo inoltre che già ci sono alcune sentenze dei Tar che stanno dando ragione agli operatori e condannando lo Stato per eccesso di canone. Con l’emendamento da me sottoscritto, insieme ad alcuni deputati del Pd, abbiamo voluto sospendere questa agonia in attesa della legge di riforma delle concessioni e dei canoni che spero realizzeremo nei prossimi mesi. Nell’emendamento, infine, sono state espressamente escluse tipologie amministrative di rilevanza penale o relative ad abusi di ogni genere. Questa è la realtà e la verità per chi vuole informarsi e non ricadere in polemiche che nulla hanno a che fare con l’oggetto del nostro intervento».

Altrettanto duro è Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria: «Le dichiarazioni di Esposito e Orfini sull’emendamento proposto dai deputati Arlotti e Pizzolante dimostrano che sulla materia c’è molta confusione e che veramente pochissimi conoscono le normative che si stanno affrontando con questa proposta. La situazione di Mafia Capitale non c’entra nulla in questa partita, tant’è vero che nell’emendamento è chiaro che coloro che sono coinvolti penalmente sono esclusi. Qui si parla di aziende che sono colpite dall’applicazione dei valori Omi con canoni insostenibili e che vedono coinvolti circa 200 imprenditori onesti che nulla hanno a che vedere con le mele marce coinvolte in operazioni oggetto di giusta attenzione da parte della Magistratura, che invece devono essere perseguite e punite. Invito coloro che prendono posizioni populiste, ma che hanno responsabilità legislative e politiche, a prendere con umiltà i testi normativi di riferimento e a studiare la materia. Questo permetterà di comprendere ciò di cui si parla, e cioè di salvaguardare quelle aziende, i cosiddetti pertinenziali sparsi in tutta Italia, che oggi sono vittime di un’ingiustizia normativa che si sta trascinando ormai da parecchio tempo e che dimostra che prima di produrre una norma sia necessario conoscere ciò di cui si sta trattando».

A Licordari fa eco Riccardo Borgo, presidente Sindacato italiano balneari – Confcommercio: «Ancora una volta la confusione, la strumentalizzazione, il pressapochismo e la cattiva informazione cercano di impadronirsi di un giusto emendamento, che è stato approvato in Commissione Bilancio e che speriamo sia definitivamente inserito nella Legge di Stabilità. Sono coinvolte circa duecento imprese balneari, ubicate in tutta Italia, ormai sull’orlo del fallimento per non essere riuscite a pagare per intero canoni impossibili (e universalmente riconosciuti come tali) che riguardano le pertinenze demaniali. Questo emendamento prevede, solo per chi entro il 15 novembre 2015 abbia avviato un contenzioso esclusivamente su questa materia, che siano sospesi tutti i procedimenti amministrativi di decadenza, revoca e sospensione delle concessioni demaniali fino al 30 settembre 2016 e che entro tale data si provveda al riordino della disciplina del calcolo del canone. Quindi, nessuna sanatoria per abusi di qualsiasi natura, nessun attentato alla legalità e nessun favore al malaffare. Anzi, l’emendamento in questione prevede che la sospensione dei procedimenti non sia applicata per i beni pertinenziali che siano oggetto di procedimenti giudiziari di natura penale. Per quanto riguarda i problemi specifici di Ostia, che ribadisco nulla ha a che fare con questo emendamento e che rischia erroneamente di rappresentare tutta l’Italia balneare, auspichiamo che velocemente sia fatta luce e chiarezza su quanto di illegale e di abusivo ci possa essere lungo quel litorale. Gli operatori onesti di quella città non temono nessuna indagine e ribadiscono con forza che non sono assolutamente implicate con le infiltrazioni mafiose che hanno portato al commissariamento del municipio di Ostia. Sollecitano, invece, che sia fatta chiarezza su questa vicenda, che sia perseguito e colpito chi deve esserlo, così da riportare un minimo di serenità, non solo nelle nostre imprese, che rischiano di pagare un prezzo troppo alto, ma in tutte le attività economiche».

Anche noi di Mondo Balneare ci associamo a queste dichiarazioni: se non si è abbastanza informati su una materia così complessa è meglio tacere, anziché compromettere una soluzione che sta tentando di salvare duecento famiglie. E questo vale sia per la politica, sia per i nostri colleghi della stampa che alimentano queste polemiche senza verificarle.

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