Le Regioni hanno 120 giorni per dare vita a una ricognizione delle rispettive fasce costiere "finalizzata anche alla proposta di revisione organica delle zone di demanio marittimo ricadenti nei propri territori". È bastata questa frase, contenuta nel disegno di legge Enti locali sul quale il governo porrà domani la questione di fiducia nell’aula della Camera (il provvedimento è già passato al Senato), per suscitare preoccupazioni, reazioni o speranze in cittadini, ambientalisti, politici e balneari.
In particolare per i balneari sembrava riaperta la possibilità, già discussa durante il governo Letta, di sdemanializzare le proprie imprese. Ma il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta (nella foto) smentisce: «Non si tratta di liberalizzare le spiagge, bensì di fare una ricognizione delle zone di demanio marittimo finora inesistente eppure necessaria, avendo l’Italia 7800 km di coste. La norma decisa con il decreto legge Enti locali chiede alle regioni di fare una ricognizione delle fasce costiere, in preparazione della ormai urgente legge di riordino, che ad oggi manca. Il censimento è mirato a fare finalmente chiarezza sugli assetti giuridici e organizzativi delle fasce del litorale, per avere una precisa cognizione delle zone effettivamente occupate dai concessionari, di quelle ancora disponibili, nel rispetto della libera fruizione delle spiagge e dei vincoli paesaggistici».
Le aree interessate dal provvedimento, spiega Baretta, sarebbero quelle antistanti le spiagge vere e proprie e riguarderebbero campeggi, aree dismesse, pezzi di campagne e simili. «Sdemanializzare non significa necessariamente vendere – precisa il sottosegretario – ma può significare che un’area sia ceduta da demanio marittimo a demanio patrimonio. E comunque le spiagge non si toccano. Non è mai esistita, né potrà esistere, la possibilità che lo Stato venda le spiagge. Qualsiasi eventuale ipotesi di riordino della linea demaniale non le riguarda».
Sull’emendamento al decreto Enti locali che riguarda la concessioni balneari non sono comunque mancate le critiche, di cui abbiamo parlato in questo precedente articolo: DL Enti locali, allarme emendamento balneari: poi il dietrofront.
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