Il gip Riccardo Ghio ha firmato il provvedimento per il dissequestro dei Bagni Liggia, lo stabilimento balneare di Genova da anni al centro di un complesso contenzioso che il mese scorso era culminato con il sequestro dell’intero manufatto. Secondo il gip, la sentenza del Consiglio di Stato che lo scorso 9 novembre ha annullato la validità della proroga delle concessioni balneari al 2033 ha affermato che la disapplicazione della proroga non può avere conseguenze penali, pertanto Ghio ha firmato l’ordinanza di dissequestro valida a partire da oggi, forte del fatto che lo stesso Consiglio di Stato ha dichiarato tutti i titoli concessori validi fino al 31 dicembre 2023.
Il sequestro non era comunque direttamente legato alla recente pronuncia di Palazzo Spada. La spiaggia in concessione ai Bagni Liggia si trovava infatti sotto sequestro già da luglio 2019, poiché secondo la Corte di cassazione le proroghe istituite dallo Stato italiano sarebbero illegittime in quanto in contrasto con la direttiva europea Bolkestein, e lo scorso 8 novembre, cioè un giorno prima della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, il pubblico ministero Walter Cotugno aveva ordinato alla Capitaneria di porto di mettere i sigilli anche sull’intero stabile, che comprende non solo le cabine e l’area bar-ristorante, ma anche l’abitazione privata della famiglia Galli, titolare dei Bagni Liggia. L’accusa, considerando tutte le proroghe delle concessioni balneari invalide poiché in contrasto col diritto europeo, aveva contestato ai Galli il reato di occupazione abusiva di demanio: per questo il caso dei Bagni Liggia era diventato di interesse nazionale, col il titolare che provocatoriamente aveva invitato le procure a sequestrare tutti gli stabilimenti balneari italiani sostenendo che, se la proroga non era valida per la sua concessione, allora non doveva esserlo nemmeno per i suoi colleghi.
Il pm Cotugno ha già depositato appello contro l’ordinanza di dissequestro e la trattazione da parte del tribunale del riesame è stata fissata per il prossimo 27 dicembre. L’acceso contenzioso sembra insomma destinato ad altri colpi di scena, come già avvenuto per l’inaspettato dissequestro, firmato dallo stesso gip che solo un mese fa aveva convalidato il sequestro disposto dal pubblico ministero. Peraltro il gip aveva firmato il dissequestro già lo scorso 3 dicembre comunicando la sua decisione al pm Cotugno, che tuttavia aveva chiesto al gip a chi si dovesse restituire il bene dissequestrato, tardando la rimozione dei sigilli di un’altra settimana.
Per approfondire
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- La risposta del gip Riccardo Ghio al pm Walter Cotugno del 10 dicembre sulla restituzione del bene »
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