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Concessioni balneari, Galli: “Decreto rilancio è carta straccia, bisogna togliere la palla alle procure”

Il caso dei Bagni Liggia continua a far discutere. E il titolare si dimette dal Sib lanciando una provocazione: "Se davvero l'estensione al 2033 non è applicabile, si sequestrino tutti gli stabilimenti balneari"

Il caso dei Bagni Liggia di Genova continua a essere fonte di controverse discussioni sulle vicende che riguardano tutte le concessioni balneari italiane. Lo stabilimento è stato sequestrato proprio un anno fa su ordine della procura di Genova, che di sua iniziativa ha ritenuto invalida l’estensione del titolo al 2033 disposta dalla legge 145/2018, poiché in contrasto con il diritto europeo: il tribunale ha di conseguenza valutato che la concessione fosse scaduta, disponendone il sequestro preventivo e respingendo il ricorso (in questa pagina abbiamo raccolto tutti i nostri articoli relativi ai Bagni Liggia in ordine cronologico inverso, per ricostruire l’intricata vicenda). Nel frattempo, poche settimane fa è stato approvato il “decreto rilancio”, che all’articolo 182 conferma, rafforzandola, l’estensione al 2033 delle concessioni balneari disposta dalla legge 145/2018. Sulla base di questa nuova norma Claudio Galli, titolare dei Bagni Liggia, ha chiesto il dissequestro del suo stabilimento, che tuttavia gli è stato negato. E ora il balneare, che nel frattempo si è dimesso dal Sib proprio per la diversità di vedute sull’utilità del recente decreto, lancia una provocazione: «Se davvero l’estensione al 2033 non è applicabile, le procure devono sequestrare tutti gli stabilimenti balneari d’Italia». Un messaggio che ovviamente non rappresenta il desiderio di Galli, bensì solo un tentativo di sensibilizzare la politica a risolvere il caos normativo in cui si trova l’intera categoria.

«A fronte del decreto rilancio, ho chiesto alla procura di Genova il dissequestro della spiaggia dei Bagni Liggia», spiega Galli a Mondo Balneare. «Tuttavia la mia richiesta è stata respinta il 29 giugno e anche il mio appello contro questa decisione è stato rigettato pochi giorni fa dal tribunale del riesame. Purtroppo l’articolo 182 del decreto rilancio, anche se un po’ migliorato nella legge di conversione, è considerato carta straccia dalle procure. Ormai sembra quasi inutile insistere sul 2033; a mio avviso la mossa più urgente da parte dei balneari è quella di chiedere la depenalizzazione dell’articolo 1161 del codice della navigazione, in modo da togliere la palla dalle mani delle procure».

Come si può leggere dall’ordinanza di rigetto (scaricala in pdf »), tutti i giudici che hanno esaminato la vicenda dei Bagni Liggia hanno ritenuto la concessione scaduta nel 2009, ritenendo invalide tutte le successive estensioni (prima al 2015, poi al 2020, infine al 2033). In particolare, afferma il tribunale del riesame in questa ultima pronuncia, «la concessione rilasciata all’indagato nell’anno 1998 è scaduta in data 31 dicembre 2009, senza che il titolo concessorio sia stato oggetto di legittime proroghe; attese che queste contrastano con l’art. 12, paragrafi 1 e 2 della direttiva 2006/123/CE del 12 dicembre 2006 (la cosiddetta “Bolkestein”) e, comunque, con l’art. 49 TFUE e le norme in contrasto con la normativa europea vanno disapplicate. Ed allora oggi non può ritenersi prorogata una concessione da tempo scaduta, neppure in forza della norma da ultimo intervenuta» (quella del decreto rilancio, NdR).

La difformità di posizioni sul decreto rilancio ha portato Galli a dimettersi anche dal Sib-Confcommercio. «Dopo che, lo scorso 15 giugno, anche il Comune di Genova mi ha risposto che il decreto rilancio non era applicabile – spiega Galli – ho convocato un’assemblea straordinaria dei concessionari Sib di Genova, nella quale ho proposto di sollecitare la procura di Genova a decidere se il decreto rilancio è applicabile o no. Se sì, la procura avrebbe dovuto informare il Comune di Genova che la sua risposta negativa dei 15 giugno 2020, evidentemente basata sulle lettere della procura ante decreto rilancio, non ha più fondamento giuridico e che quindi l’ufficio avrebbe dovuto procedere senza indugio a formalizzare la nuova scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2033. Se no, la procura avrebbe dovuto procedere senza indugio al sequestro preventivo di tutte le spiagge dei concessionari demaniali italiani per il reato di cui all’art 1161 cod. nav. in quanto “scadute perché contrastanti con le norme dell’Unione europea”. La mia proposta non è stata accettata dall’assemblea e quindi ho dato le dimissioni dal Sib e ho inviato in Procura un nuovo esposto» (scarica la documentazione in pdf »)

«Il mio scopo non è quello di far sequestrare tutte le spiagge d’Italia – tiene a precisare Galli – bensì di creare un problema di livello nazionale che aiuti a ottenere una soluzione definitiva. Non sono infatti d’accordo su quanto affermano i vari sindacati sulla bontà degli emendamenti al decreto rilancio, perlomeno per quanto riguarda l’allungamento delle concessioni al 2033».

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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