Le indiscrezioni dei giorni scorsi sono confermate: nonostante la caduta del governo Draghi, la Camera dei deputati voterà il ddl concorrenza che contiene la riforma delle concessioni demaniali marittime. Dal momento che l’esecutivo resterà in carica fino al voto del 25 settembre per gestire l’ordinaria amministrazione, le commissioni parlamentari hanno deciso di portare a termine l’approvazione di un disegno di legge vincolante per ottenere i fondi Pnrr dall’Europa: il ddl concorrenza va infatti a riordinare temi sollecitati dall’Ue come le concessioni idroelettriche, i porti, l’energia, i trasporti pubblici e i rifiuti. Le spiagge non rientrano invece ufficialmente nel Pnrr, ma sono state comunque inserite all’interno del ddl concorrenza, che all’articolo 3 istituisce le gare pubbliche per riassegnare le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2024. A salvarsi sono solo i tassisti: rispetto al testo approvato in Senato, nel passaggio alla Camera sarà infatti stralciato l’articolo 10 sulla liberalizzazione delle licenze dei taxi.
L’inizio della discussione del ddl concorrenza è calendarizzato per domani e il voto finale potrebbe arrivare già martedì. Dando ormai per scontata l’approvazione, per i balneari gli unici margini di manovra restano dunque nel decreto attuativo che dovrà essere varato entro i prossimi sei mesi. Lì dovranno essere definiti aspetti molto importanti che il governo Draghi non ha voluto prendersi la responsabilità di inserire nel ddl, a partire dai criteri con cui calcolare l’indennizzo economico che l’eventuale concessionario subentrante dovrà corrispondere a quello uscente. Si tratta di un tema molto delicato, sia perché definire degli standard oggettivi su una tipologia di impresa così complessa non è affatto facile, sia perché la Commissione europea vede l’indennizzo a carico del subentrante come un vantaggio per il concessionario uscente in fase di gara (ma d’altronde, per quanto le spiagge siano di proprietà pubblica, le imprese che vi sono legittimamente sorte sopra sono private e dunque l’indennizzo rappresenta un diritto degli attuali titolari in caso di esproprio).
A occuparsi del decreto attuativo sarà tuttavia il prossimo governo, perciò i suoi contenuti dipenderanno molto dal colore politico che dominerà alle prossime elezioni. Per il momento solo una cosa è certa: ci aspetta l’ennesima stagione in cui il tema delle concessioni balneari sarà oggetto di una campagna elettorale fatta di fantasiose promesse che puntualmente non verranno mantenute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA