Da dove vengono i nomi del vento

Questo articolo fa parte di "Granelli di sabbia"

Divagazioni su processi, forme e tematiche ambientali della spiaggia. Una rubrica a cura del GNRAC.

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tavola dei venti cluver
Tavola dei venti secondo le vecchie e le nuove direzioni e nomenclature (Cluver, 1729)

Tutti i venti hanno un nome, ma questo cambia da luogo a luogo, e non solo perché i vari popoli hanno lingue diverse, ma anche perché i riferimenti geografici sono differenti. Spesso il nome aiuta a ricordare la direzione di un determinato vento, e questo avviene anche per quelli in uso nei mari italiani ed altre parti del Mediterraneo. Così il Levante soffia da est, ossia da dove sorge il sole, mentre il Ponente viene da ovest, dove il sole tramonta; anche se per la verità in inverno e in estate questi punti si spostano un po’ verso sud e verso nord. Da sud viene il Mezzogiorno, che talvolta si porta dietro il vecchio nome Ostro (dal latino austrum, australe).

Ora facciamo un indovinello. Il Grecale è un vento che viene da nord-est, il Libeccio da sud-ovest e lo Scirocco da sud-est. Dove mi troverei se effettivamente il Grecale venisse dalla Grecia, il Libeccio dalla Libia e lo Scirocco dalla Siria? Se prendiamo una carta geografica del Mediterraneo e dalla Grecia tracciamo una linea che va verso sud-ovest, dalla Siria una che va verso nord-ovest e dalla Libia una che va verso nord-est (ossia le direzioni lungo le quali spirano i rispettivi venti), queste dovrebbero incontrarsi nello Ionio meridionale, si dice sull’Isola di Zante. Sarebbero stati gli antichi naviganti che si muovevano proprio fra Creta, la Grecia e la Puglia a dare il nome a questi venti! In realtà la Siria attuale sarebbe esattamente a est, ma per gli antichi questo nome indicava tutta quella fascia compresa fra la Turchia e l’Egitto.

Il vento che viene da nord lo chiamiamo Tramontana e i monti da cui proviene non potevano certamente essere le Alpi, bensì dovevano essere quelli dell’Albania, se fossimo realmente a Zante. La cosa però si complica perché in Adriatico prende spesso il nome di Bora, in particolare d’inverno quando è molto freddo e forte.

Più controversa è la spiegazione del nome Maestrale per il vento che spira da nord-ovest: si pensa che derivi da “maestro” e che indichi il vento prevalente nel Mediterraneo centrale, ossia quello che “guida” la navigazione per la maggior parte del tempo. Altri credono invece che sia una deformazione di Mistral, il forte vento che scende dalla valle del Rodano e crea onde estremamente pericolose nel Golfo del Leone; procedendo e perdendo di potenza giunge sulle coste del Mar Ligure e del Mar Tirreno proprio da Nord-Ovest.

In alcuni casi sono le caratteristiche della massa d’aria in arrivo a determinarne il nome, più che la loro effettiva provenienza: è il caso dello Scirocco, che nel linguaggio comune identifica un qualsiasi vento di origine meridionale particolarmente caldo; in Spagna infatti si chiama Lebeche e proviene dall’area sahariana.

Il nome Zefiro, che per gli antichi greci identificava un vento proveniente da ponente ma non molto intenso, oggi viene usato, spessi in modo poetico, per qualsiasi leggera brezza. I romani lo chiamavano Favonio, nome che in tedesco è diventato Föhn e il più delle volte indica un vento che, dopo aver superato una catena montuosa, ridiscende riscaldandosi.

A livello regionale si possono avere le forme dialettali del vento, ma anche nomi completamente diversi, che sfumano dal poetico al prosaico: in Sardegna il Ponente può essere chiamato Vento della Luna, mentre lo Scirocco pugliese diventa il molto più crudo Scorciacrape, così caldo da scuoiare le capre. Ma dimentichiamoci tutto questo se andiamo a navigare in un lago: ogni pozza d’acqua ha i propri nomi, e spesso sono più numerosi di quanti possano essere… i petali della rosa dei venti!

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