«Con questo governo e con questo parlamento, siamo sicuri che sarà messa fine allo stato di incertezza del comparto balneare italiano». È il messaggio lanciato da Mauro Della Valle, presidente di Confimprese demaniali, che ieri ha incontrato il ministro agli affari europei Raffaele Fitto in occasione delle prime audizioni delle associazioni di categoria per confrontarsi sulla riforma delle concessioni balneari. «L’argomento di discussione è stato sintetizzato in due domande secche: se prorogare le concessioni al 2024 oppure prorogare la scadenza per approvare i decreti attuativi della legge sulla concorrenza».
«Alla presenza dell’ufficio legale di Confimprese Demaniali Italia, gli avvocati Leonardo Maruotti e Francesco Romano, e del vicepresidente Antonio Cecoro, abbiamo evidenziato la complementarietà della proroga della scadenza dei decreti attuativi e degli emendamenti ritenuti ammissibili (ovvero quelli presentati da Forza Italia e Lega), nonché la necessità di procedere a un’attenta riforma senza precludere la cosiddetta mappatura della costa, richiamata dal governo Draghi come prioritaria a qualunque riforma di settore», riferisce Della Valle. «Abbiamo altresì evidenziato che, seppure sia possibile definire le “regole del gioco” entro il 2023, è impossibile mettere a gara tratti di demanio ad oggi sconosciuti dagli stessi sindaci. Per esempio, i Comuni italiani che hanno approvato i piani della costa potrebbero (con decreti attuativi legittimati) poter indire dei bandi per i lotti concedibili, cosa impraticabile invece per quei Comuni costieri che non hanno effettuato la mappatura del demanio, e quindi si creerebbe una non leale concorrenza nello Stato. Inoltre abbiamo fatto presente che la mappatura evidenzierebbe che molto demanio marittimo, a causa della forte erosione, è praticamente in mare rispetto alla dividente demaniale, e talvolta si esercita l’impresa in stabilimenti balneari che sono collocati in proprietà privata».
Prosegue il presidente di Confimprese demaniali: «La priorità assoluta dettata dalla direttiva europea Bolkestein, dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi e dagli emendamenti sulla mappatura, da subito ci farebbe comprendere se la risorsa spiaggia sia scarsa (come da norma richiamata nella Bolkestein) e soprattutto i criteri e i parametri per definire la scarsità del demanio a livello comunale, provinciale e nazionale».
Infine, Confimprese ha evidenziato al ministro Fitto «la piena consapevolezza che qualsiasi proroga determinata potrebbe non essere rispettata a causa della complessità della riforma del demanio marittimo. A nostro avviso sarebbe più urgente lavorare ai decreti attuativi con più respiro temporale, evitando di commettere errori sulla pelle delle imprese italiane, dell’identità italiana e dei confini nazionali, col rischio di compiere danni irreversibili – e di esempi se ne potrebbero ricordare tanti. Terminate le audizioni, il ministro ci ha anticipato che presto saremo chiamati a lavorare a un tavolo tecnico sulla riforma del comparto balneare».
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