Veneto

Chioggia, storico balneare rischia di perdere concessione: vince domanda concorrente

Il caso riguarda lo stabilimento "Da Gigetto", gestito da oltre 60 anni dalla stessa famiglia

La chiamano “concorrenza”, ma per una piccola impresa balneare a gestione familiare significa perdere il lavoro e i sacrifici di una vita. Sono i primi effetti della direttiva europea Bolkestein, che per un concessionario di Sottomarina di Chioggia, in provincia di Venezia, sono già diventati realtà: stiamo parlando dello stabilimento “Da Gigetto”, gestito da oltre sessant’anni dalla stessa famiglia e oggi vittima di una procedura a evidenza pubblica che ha visto prevalere una domanda concorrente, con alcuni aspetti poco chiari secondo l’attuale gestore.

Mario Tiozzo, attuale titolare del lido che gestisce insieme a genitori, moglie e figli, aveva presentato domanda di rinnovo della concessione ai sensi della legge regionale del Veneto 33/2022, che ha permesso a tantissimi suoi colleghi di ottenere tranquillamente la prosecuzione della propria attività presentando un piano di investimenti, nel pieno rispetto del diritto europeo. Ma in questo caso, invece, il concessionario ha dovuto competere con una domanda concorrente e con l’ufficio demanio del Comune di Chioggia che ha ritenuto non conforme il progetto dello storico gestore, facendo dunque vincere d’ufficio l’altro richiedente, senza nemmeno istituire una gara. E così ora Tiozzo rischia di trovarsi senza più niente in tasca: la legge 33 prevedeva infatti il riconoscimento di un indennizzo a carico del subentrante solo fino al 2021, ma poi questa parte della norma è stata bocciata da una sentenza della Corte costituzionale.

I funzionari comunali si sarebbero addirittura già recati venerdì scorso al lido per far firmare la riconsegna del bene, ma la famiglia Tiozzo si è rifiutata. Gli attuali concessionari in una recente intervista temono anche che sulla vicenda abbiano influito i presunti agganci politici dell’imprenditore che ha fatto domanda concorrente, ma queste accuse dovranno essere eventualmente dimostrate dalla giustizia.

Per il momento la famiglia Tiozzo ha fatto ricorso al Tar, che si esprimerà domani per decidere se lasciarle la concessione in mano almeno per la prossima stagione estiva. La speranza, infatti, è che il tribunale amministrativo tenga conto dell’attuale validità dei titoli stabilita a livello nazionale dalla legge 118/2022, che l’ha blindata fino al 31 dicembre 2023. Dopodiché toccherà al governo Meloni stabilire il da farsi: le promesse dell’esecutivo hanno generato grandi aspettative fra gli operatori del settore, ma se non si farà in fretta ad approvare atti concreti, altri casi come quello dello stabilimento “Da Gigetto” potrebbero fioccare in tutta la penisola. In assenza di una riforma sul futuro delle concessioni, gli enti competenti non possono fare altro che applicare la normativa attuale: se nello stabilimento di Sottomarina ciò ha significato aprire a una domanda concorrente, in Toscana l’Agenzia del demanio ha già avviato le procedure per gli incameramenti delle strutture non amovibili, e altri fatti analoghi si susseguiranno finché l’inerzia del governo non avrà fine.

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