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Balneari, M5S: “Meloni incapace di ottenere risultati in Ue”

«Tanto tuonò che piovve: alla fine la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta, e forse già domani ne conosceremo i contenuti». Lo affermano in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, Mario Turco e Giorgio Fede. «È davvero inqualificabile l’ottusità con cui il governo Meloni, in tema di concessioni demaniali, vuole fare dell’Italia uno zimbello su scala europea, con la premier che se ne lava beatamente le mani. Tutto questo per mantenere uno status quo di concessioni praticamente a vita. Un sistema ormai fallace, con investimenti fermi grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lasciano il comparto nella più totale incertezza».

Proseguono i parlamentari pentastellati: «La procedura d’infrazione porta con sé un incredibile salasso alle tasche di tutti i cittadini italiani, che già devono affrontare la serie di rincari dovuti all’inflazione. La sentenza della Corte di giustizia Ue dello scorso aprile aveva stabilito che le concessioni balneari in Italia non sono conformi alla normativa europea, in quanto non sono assegnate tramite procedure di gara pubbliche e non sono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata. Il governo italiano ha parlato – spesso a vanvera – e promesso tanto. Al momento ciò che è certo è che non ha ancora presentato un disegno di legge in parlamento».

«È evidente l’incapacità del governo di rapportarsi con l’Unione europea», aggiungono Croatti e Turco. «Sul fronte delle concessioni demaniali, l’esecutivo continua con la sua pantomima di voler prendere tempo solo perché non ha una soluzione al tema. Questo rischia di creare un altro fronte di scontro con l’Ue e un duro colpo al settore, che da tempo ha fermato gli investimenti. Evidentemente Meloni e la sua squadra di patrioti godono nel vedere l’Italia sotto procedura d’infrazione».

Concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle: «Quello dei balneari è un comparto strategico del nostro paese, che merita rispetto e certezze per tutelare le imprese e i lavoratori. La scarsa lungimiranza con cui è stato bloccato l’impianto normativo della legge sulla concorrenza del 2022, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e votato oltretutto anche da Lega e Forza Italia, danneggia il nostro paese. Dal 1° gennaio 2024, infatti, doveva partire una nuova stagione di gare pubbliche, con tutele ben definite per tutte le imprese virtuose, per i lavoratori e per lo Stato, che da queste concessioni incassa solo pochi spiccioli a fronte di un giro d’affari di miliardi di euro realizzati su beni pubblici. Oramai, da oltre un anno, sentiamo solo parlare di tavoli o contro-tavoli, di norme per aggirare la direttiva Ue, o addirittura, come nel caso di qualche diversamente illuminato componente di Fratelli d’Italia, di non applicarla e basta, senza dover motivare nulla alla Commissione europea. Con l’ostinazione e la scarsa visione del governo nel mantenere lo status quo, il settore rischia di andarsi a schiantare e di subire danni economici enormi e irreversibili. Sul tema attendiamo che Giorgia Meloni metta la sua faccia, dato che fino a oggi si è tenuta lontana dal fornire una soluzione, dopo avere illuso il comparto in campagna elettorale».

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