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Balneari, interrogazione Corrao: arrivata la risposta dell’Ue

Il commissario Elżbieta Bieńkowska dopo nove mesi, in ritardo e in maniera incompleta, ha risposto allo scottante quesito dell'eurodeputato pentastellato.

di Alex Giuzio

È finalmente arrivata, anche se in ritardo e in maniera incompleta, la risposta del commissario europeo al mercato interno Elżbieta Bieńkowska (nella foto) all’interrogazione dell’eurodeputato italiano Ignazio Corrao (Movimento 5 Stelle), che chiedeva conto della differenza di trattamento tra Spagna, Portogallo e Italia sulle concessioni balneari.

L’interrogazione di Corrao era stata posta efficacemente, chiedendo con precisione alla Commissione europea i motivi delle diverse normative sui demani marittimi spagnolo e portoghese (rispettivamente 30 e 75 anni di proroga) rispetto a quello italiano (che non riesce a ottenere nemmeno pochi anni), nonostante per tutti dovrebbe valere la direttiva europea Bolkestein che nel nostro paese è stata la giustificazione per abolire il rinnovo automatico delle concessioni balneari e per minacciarne la messa all’asta.

Avevamo riportato il testo dell’interrogazione di Corrao in questo precedente articolo, chiedendoci perché la Commissione europea stesse tardando così tanto a rispondere. Solitamente, infatti, per consuetudine parlamentare le risposte arrivano entro 90 giorni, mentre in questo caso il commissario Bieńkowska ha risposto solo due giorni fa, il 21 dicembre, dopo ben sette mesi precisi (l’interrogazione di Corrao risale infatti al 21 maggio 2015).

Riportiamo qui di seguito il testo integrale della risposta.

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IT E­008273/2015 – Risposta di Elżbieta Bieńkowska a nome della Commissione (21.12.2015)

Come la Commissione ha già spiegato nella sua risposta alle interrogazioni P­2519/2013 e E­2794/2013, spetta agli Stati membri stabilire, conformemente alla direttiva 2006/123/CE (la direttiva Servizi), la durata appropriata delle concessioni demaniali sulle coste. Tali concessioni devono, conformemente all’articolo 12, paragrafo 2, della direttiva Servizi, essere rilasciate per una durata limitata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico. L’adeguatezza della durata va valutata caso per caso dallo Stato membro tenendo conto dei diversi elementi in causa – ad esempio, gli investimenti effettuati, i tempi per il rientro sugli stessi, gli eventuali obblighi di servizio pubblico da espletare, ecc. (1)

L’articolo 12, paragrafo 3, della direttiva Servizi è stato recepito dagli Stati membri in modo orizzontale. Compete alle amministrazioni locali che pubblicano il bando di gara decidere in che modo tener conto della protezione dell’ambiente, del patrimonio culturale e della politica sociale.

La Commissione non raccoglie sistematicamente informazioni nel merito. La questione della durata di tali concessioni è attualmente all’esame della Corte di giustizia dell’Unione europea. La sentenza potrà avere ripercussioni sulla valutazione delle cause in corso o potenziali e la Commissione segue da vicino la situazione.

NOTE
(1) Articolo 12, paragrafo 2, e considerando 62 della direttiva Servizi.

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Appare evidente che il commissario Bieńkowska non ha affrontato tutte le questioni poste da Corrao, glissando sulla differenza tra Spagna, Portogallo e Italia e ribadendo che la decisione spetta ai singoli stati. L’Europa, ha detto la Bieńkowska, non accetterebbe un rinnovo automatico delle concessioni come esisteva in Italia fino a pochi anni fa, mentre per quanto riguarda la durata delle concessioni, i singoli Stati possono liberamente decidere a seconda dei diversi elementi in causa.

Continua, insomma, il gioco al palleggio tra Unione europea e governo italiano sulla complessa questione delle concessioni balneari: da una parte, il governo continua a non concedere un’adeguata estensione delle attuali concessioni balneari (lo ha dimostrato anche ieri, bocciando gli emendamenti in merito alla Legge di Stabilità – vedi notizia), dall’altra l’Europa continua a sostenere che è il governo italiano a dover decidere in merito.

Così una nota del Sindacato Italiano Balneari – Confcommercio commenta la risposta del commissario Elżbieta Bieńkowska: «Nell’interrogazione presentata lo scorso maggio, l’eurodeputato Corrao chiedeva alla Commissione di chiarire, nel caso delle concessioni demaniali marittime, i criteri per definire la “durata limitata adeguata” (articolo 12, par. 2 della Direttiva 2006/123/CE) e di confermare che la legislazione spagnola, portoghese e croata risultano a oggi in linea con la normativa europea. Inoltre, Corrao chiedeva alla Commissione di citare e descrivere degli esempi concreti di legislazione nazionale in cui si applica correttamente la procedura di selezione di cui all’articolo 12 par. 3, pur in assenza di gara pubblica, e degli esempi concreti di legislazione nazionale in cui si traspongono le condizioni di cui all’art.12 par.3, con riferimento alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale e agli obiettivi di politica sociale. La Commissaria Bieńkowska ha risposto a nome della Commissione, ricordando che l’Esecutivo comunitario ha già spiegato, nelle risposte a interrogazioni presentate in passato, che spetta agli Stati membri stabilire, conformemente alla Direttiva 2006/123/CE, la durata appropriata delle concessioni demaniali sulle coste. Nulla ha detto per quanto riguarda le legislazioni degli altri paesi europei citati nell’interrogazione. Tali concessioni devono, conformemente all’articolo 12, par. 2 della Direttiva Servizi, essere rilasciate per una durata limitata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico. L’adeguatezza della durata va valutata caso per caso dallo Stato membro, ha proseguito la Commissaria, tenendo conto dei diversi elementi in causa (ad esempio: gli investimenti effettuati, i tempi per il rientro sugli stessi, gli eventuali obblighi di servizio pubblico da espletare, eccetera). In merito all’articolo 12, par. 3, la Commissaria afferma che è stato recepito dagli Stati membri in modo orizzontale e che compete alle amministrazioni locali che pubblicano il bando di gara decidere in che modo tenere conto della protezione dell’ambiente, del patrimonio culturale e della politica sociale. Inoltre, la Commissione rende noto che non raccoglie sistematicamente informazioni nel merito. La Commissaria conclude ricordando che la questione della durata di tali concessioni è attualmente all’esame della Corte di giustizia dell’Unione europea e che la sentenza potrà avere ripercussioni sulla valutazione delle cause in corso o potenziali, e ribadisce infine che la Commissione sta seguendo da vicino la situazione».

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