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Balneari, incontro governo-regioni: non c’è l’accordo

Il governo non sembra favorevole alla proroga trentennale chiesta dalle associazioni balneari.

Si è riunito ieri il tavolo di discussione sulla riforma delle concessioni balneari, convocato dal ministro agli affari regionali Enrico Costa (nella foto). Oltre al ministro, erano presenti i sottosegretari Sandro Gozi (affari europei) e Pier Paolo Baretta (economia), il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia-Romagna) e i responsabili del turismo e del demanio per conto delle regioni Luciano D’Alfonso (governatore dell’Abruzzo) e Marco Scajola (assessore regionale della Liguria).

In base alle indiscrezioni emerse in seguito all’incontro, pare che il governo non sia favorevole a un lungo periodo transitorio per gli attuali imprenditori balneari, come chiedono invece le associazioni di categoria e le regioni.

Così l’assessore Scajola ha riferito gli esiti del tavolo: «Ringrazio il ministro Costa di averci incontrato, rispondendo così alle preoccupazioni di tutte le regioni. Purtroppo però non esiste una posizione chiara e forte del governo nei confronti dell’Unione europea e soprattutto una linea di intervento per tutelare le trentamila aziende presenti su tutto il territorio nazionale, attraverso una proroga di almeno 30 anni per tutelare chi, in questi anni, ha dedicato risorse, energie e fatiche per la gestione e lo sviluppo del turismo balneare in Italia. Ad oggi il governo appare immobile e tutto ciò è molto preoccupante, soprattutto perché non tiene conto delle tipicità delle nostre aziende balneari, che rappresentano una realtà unica in Europa, non assimilabile a nessun’altra».

«Il mio auspicio – ha concluso l’assessore Scajola – è che il ministro riconvochi al più presto un nuovo incontro, come lo stesso presidente delle Regioni Bonaccini ha condiviso, tenendo conto della missione sociale ed economica di questo comparto. Come Regione Liguria ribadiamo la nostra posizione ferma e convinta: deve essere fatta una legge nazionale che tuteli le nostre aziende e con chiarezza e senza ambiguità, il governo deve chiedere e ottenere dall’Europa una proroga delle concessioni di almeno 30 anni. Su questo, con molta disponibilità ma con fermezza, porteremo avanti la nostra battaglia».

Sulle contrastanti posizioni del governo è intervenuto anche l’ex senatore Massimo Baldini: «Le anticipazioni del governo sulla legge di riforma del sistema delle concessioni demaniali marittime fanno prevedere che la soluzione che verrà avanzata assesterà un colpo mortale e definitivo alle aziende balneari. Le dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Rossi e dei sottosegretari Baretta e Gozi lasciano intendere che la nuova proposta legislativa non dovrà prescindere dalla direttiva Bolkestein e che tutte le aziende verranno conseguentemente messe all’asta. Il sottosegretario Baretta, infatti, ha recentemente dichiarato che “le imprese dovranno essere tutelate nel quadro della normativa europea e che, deve essere chiaro, le gare si faranno”. Ha quindi aggiunto che “ai concessionari balneari occorre riconoscere qualcosa (quasi una elemosina) per quanto è già stato fatto”. Il governatore della Toscana ha poi dichiarato apertamente che “le imprese balneari debbono avere una durata limitata e che alla scadenza debbono tornare nella mano pubblica”, e il sottosegretario Gozi ha espresso concetti e soluzioni analoghe».

«Queste posizioni – prosegue Baldini – ci fanno capire chiaramente che il problema nasce prima di tutto dal governo e poi dall’Europa. L’Europa rimane un comodo paravento dietro il quale si nasconde una precisa posizione del governo attuale, che si guarda bene dall’aprire una trattativa per escludere le aziende balneari dalla direttiva Bolkestein; che si guarda bene dal seguire l’esempio della Spagna e del Portogallo; che si guarda bene dal trovare soluzioni legislative che mettano in sicurezza le prospettive delle imprese balneari. Mentre l’Inghilterra, con il prossimo refendum, minaccia l’uscita dall’Unione europea e ottiene tutta una serie di vantaggi dall’Europa che la insegue e la blandisce con nuove e più ampie concessioni, l’Italia rimane succube di una politica europea che ormai è chiaramente indirizzata a punire e a distruggere le nostre aziende. Il governo non potrà mai vincere una battaglia che non ha mai iniziato e che non farà mai per evidente ragioni ideologiche e politiche. Il governo non è contro la direttiva Bolkestein, ma è uno dei maggiori sostenitori dell’esigenza di azzerare la situazione delle imprese balneari. Il governo però, usando due pesi e due misure, non è stato così sollecito nei confronti delle concessioni autostradali, che, alla scadenza, ha immediatamente rinnovato nonostante la Bolkestein».

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