«Più che definirle “inopportune” come ha fatto il presidente di Fiba Maurizio Rustignoli, direi che certe mie dichiarazioni possono risultare “scomode” per una parte del settore balneare. Scomode perché fotografano una situazione oramai anacronistica che non sta più in piedi. Prendere e perdere altro tempo, anche espungendo ogni intervento effettivo sul tema dal ddl concorrenza, è semplicemente ridicolo». Così, in una nota inviata a Mondo Balneare, il presidente della Commissione per le politiche dell’Ue alla Camera Sergio Battelli (Movimento 5 Stelle) replica alle dichiarazioni del presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli.
«Ricordo inoltre al presidente delle imprese balneari di Fiba-Confesercenti che io non ho mai cambiato idea: il periodo transitorio era frutto di un accordo politico che ho accettato a una sola condizione, e cioè che culminasse in gare a evidenza pubblica e concessioni limitate nel tempo», prosegue Battelli, che ricorda anche «che il confronto a Ravenna citato da Rustignoli risale al 2018, anni luce dalla lettera di messa in mora all’Italia da parte della Commissione europea del 3 dicembre 2020. Nella missiva si rileva che l’estensione quindicennale delle concessioni demaniali marittime, istituita dalla legge 145/2018, risulterebbe in contrasto con la direttiva 123/2006 (CE) e che “gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali, siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi” al fine di “fornire a tutti i prestatori di servizi la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza e offrire vantaggi a consumatori e imprese“».
«L’incontro di Ravenna – spiega ancora Battelli – è lontano anni luce anche dalle più o meno recenti osservazioni dell’Agcm, che in più occasioni ha ribadito che sia indispensabile istituire procedure comparative basate sui principi di concorrenza, imparzialità, trasparenza e pubblicità. Ecco perché i 15 anni non sono più un periodo congruo e occorre ragionare su un periodo transitorio più breve, istituendo poi gare sulla base di criteri chiari e premiali. Aspettiamo la pronuncia del Consiglio di Stato sull’estensione e nel frattempo Fiba, se lo ritiene, parli ancora di “inopportunità”. Io qui dico che inopportuna, grave ed esosa per la collettività sarebbe una procedura di infrazione a carico del nostro paese. Come lo spieghiamo poi ai cittadini che, oltre a non avere “liberato” le spiagge (demanio pubblico), saranno costretti a pagare una sanzione salatissima?».
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