Il governo italiano dà il via libera ufficiale ai lavori di manutenzione negli stabilimenti balneari, ma gli operatori del settore lo giudicano troppo tardivo e ancora molto confuso.
Questi i fatti: lo scorso 10 aprile il dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte ha previsto per tutte le imprese italiane la possibilità, in deroga alle restrizioni istituite per il contenimento del coronavirus e previa comunicazione alla prefettura, «l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione» (vedi notizia). La norma riguardava in pieno anche gli stabilimenti balneari; tuttavia la dicitura “locali aziendali” non includeva le aree di pertinenza come le spiagge situate sul demanio marittimo, generando molti dubbi tra i concessionari e dando adito a diverse interpretazioni. Di conseguenza la maggior parte delle regioni italiane nei giorni scorsi ha legiferato in materia con più precisione, chiarendo meglio la possibilità di montaggio e pulizia in spiaggia (su Mondo Balneare abbiamo pubblicato un articolo per fornire una panoramica di tutte le ordinanze regionali in merito). Solo nella serata di ieri è poi arrivata la dichiarazione della sottosegretaria al turismo Lorenza Bonaccorsi, che facendo riferimento a una precisazione apparsa sul sito della presidenza del consiglio, ha dato il via libera definitivo ai lavori di manutenzione per i campeggi e gli stabilimenti balneari.
«È possibile autorizzare il personale degli stabilimenti balneari e dei campeggi ad accedere e realizzare i lavori di manutenzione ordinaria», ha detto la Bonaccorsi. Il testo a cui fa riferimento la sottosegretaria, disponibile sul sito del governo, afferma infatti che «ferme restando la sospensione dell’attività e la chiusura al pubblico dello stabilimento balneare, è consentito l’accesso in loco di personale preposto ad attività di vigilanza, manutenzione o con funzioni di controllo dei rischi. In ogni caso, rimane indispensabile il rispetto delle vigenti prescrizioni sul contenimento del contagio adottate e il numero del personale presente per le citate attività deve essere il più possibile limitato. Al fine di agevolare lo spostamento verso e dai luoghi di lavoro, si suggerisce al datore di lavoro di rilasciare una dichiarazione attestante la necessità della presenza del lavoratore nei locali aziendali».
Tuttavia il chiarimento del governo resta ancora troppo generico rispetto alle ordinanze regionali. Difatti, immediata ieri sera è arrivata una nota del presidente del Sib-Confcommercio Antonio Capacchione, che afferma: «La precisazione del governo è tardiva in quanto formulata dopo che diverse regioni sono state costrette a intervenire per supplire a una mancanza di chiarezza. È parziale e incompleta anche in riferimento a quanto disposto dalle Regioni perché fa riferimento genericamente “al loco”, senza un’opportuna e doverosa precisazione alle aree in concessione, come abbiamo chiesto ripetutamente. Manca, infine, ogni riferimento alle attività di allestimento delle spiagge. Siamo insomma all’ennesima dimostrazione di una mancata conoscenza delle modalità operative della balneazione attrezzata italiana. Urge, poi, un confronto del governo con le rappresentanze di categoria degli imprenditori balneari, finora colpevolmente assente».
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