La stagione balneare 2020 è stata più breve del solito e caratterizzata da un drastico calo di presenze a causa delle misure di contenimento del Covid-19, ma questo non è bastato perché l’Agenzia del demanio concedesse la riduzione dei canoni sulle concessioni demaniali marittime. La misura è prevista dalla legge italiana 296/2006, che ammette il dimezzamento del canone in caso di calamità naturali di eccezionale gravità, ma a quanto pare la pandemia – con tutte le sue pesanti ricadute sul settore turistico – non è stata considerata abbastanza grave. E così, la richiesta formale avanzata dall’associazione Unionmare Veneto è stata respinta con un secco “niet”.
La richiesta
Lo scorso mese Unionmare Veneto, associazione che rappresenta gli imprenditori balneari veneti aderente a Sib-Confcommercio, ha presentato una richiesta ufficiale per chiedere il dimezzamento del canone secondo quanto previsto dalla legge 296/2006, che all’articolo art. 1 comma 251 prevede la riduzione del canone demaniale marittimo “nella misura del 50 per cento in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti autorità marittime di zona”. Una norma che in passato è stata applicata, per esempio, ad alcuni concessionari vittime di erosione costiera.
Unionmare Veneto ha atteso che il governo, nell’ambito delle misure straordinarie a sostegno del comparto turistico martoriato dalle conseguenze della pandemia, eliminasse o quantomeno riducesse il pagamento del canone 2020, ma così non è stato. Dunque l’associazione ha presentato formale richiesta all’Agenzia del demanio per applicare quanto previsto dalla legge, ricevendo però il respingimento della richiesta.
Il commento
Molto duro il commento di Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto: «Siamo amareggiati non solo per il no che abbiamo ricevuto, ma anche per il modo in cui è stato giustificato. Gli uffici dell’Agenzia del demanio hanno infatti affermato, in maniera asettica, che l’emergenza sanitaria del Covid-19 non può essere considerata una calamità. Questo ci fa sorridere, dal momento che il governo proprio nei giorni scorsi ha esteso lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021».
Berton lamenta poi la disparità di trattamento rispetto alla Sicilia, che «in quanto regione a statuto speciale, ha azzerato i canoni 2020 e dimezzato quelli del 2021». Ma Unionmare Veneto ha già promesso battaglia, annunciando ricorsi e chiedendo il sostegno del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta.
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