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Un imprenditore balneare sta protestando da 200 giorni in cima a una gru contro la Bolkestein

Marcello Di Finizio, già noto per le sue manifestazioni eclatanti, si trova a 70 metri di altezza dallo scorso maggio. E chiede il sostegno di tutti i colleghi.

Si è arrampicato per quattro volte sulla cupola di San Pietro, ha portato avanti lunghi scioperi della fame e ha completato una pedalata in solitaria da Trieste a Roma. Le manifestazioni eclatanti e non-violente di Marcello Di Finizio hanno sempre avuto lo stesso obiettivo: sensibilizzare il paese sui problemi che la direttiva Bolkestein ha causato agli stabilimenti balneari italiani. Una vicenda che questo imprenditore ha subìto sulla sua pelle con molta più sfortuna rispetto ai colleghi: la sua azienda “La voce della luna” di Trieste è infatti stata distrutta da una mareggiata nel 2012, e Di Finizio non ha potuto ricostruirla proprio a causa della famigerata direttiva.

Riassumendo la complessa vicenda, nessuna banca ha voluto concedere un prestito a Di Finizio poiché all’epoca c’era una grande incertezza sul futuro delle concessioni: il governo aveva abrogato appena due anni prima la legge sul “rinnovo automatico” che garantiva la necessaria certezza, senza varare una legge alternativa che stabilisse il futuro delle imprese situate sul demanio marittimo. In mancanza di garanzie, Di Finizio si è trovato solo con i debiti, con la conseguenza di perdere prima l’azienda e poi la casa. Da allora, per l’imprenditore balneare triestino è iniziata una serie di proteste radicali che hanno fatto il giro del mondo (in particolare lo striscione sul cupolone). Ma che finora non hanno portato ad alcuna soluzione.

Lo scorso 24 maggio Di Finizio si è arrampicato sull’Ursus di Trieste, una gru abbandonata nella zona portuale della città. Da allora (sono passati ben 200 giorni) l’imprenditore vive a 70 metri di altezza in una precaria tenda da montagna, con un pannello solare per ricaricare il telefono da cui, quasi ogni giorno, pubblica un video sulla sua pagina Facebook per aggiornare sulle sue condizioni e mandare appelli ai politici. E non passa giorno senza che l’uomo rischi la vita, trovandosi in balia di fulmini, vento e gelo.

Alcuni amici riforniscono quotidianamente Di Finizio dei viveri necessari per sopravvivere ma – dice il 54enne – «i colleghi balneari potrebbero fare di più. Sto rischiando la vita per accendere i riflettori sui problemi di tutto il settore, e la mia battaglia ha un costo economico oltre che umano, eppure ricevo poche donazioni e ancora meno parole di sostegno». Nonostante l’imprenditore abbia invitato spesso la categoria a una mobilitazione generale, le sue parole sono cadute nel vuoto. Ma pare che Di Finizio non intenda arrendersi: «Mi hanno tolto tutto, i miei sogni, i miei sacrifici, il lavoro e la casa – ha scritto di recente sul suo profilo Facebook – ma io non scendo e combatto. Se dovesse succedere qualcosa qua sopra, sarà un omicidio».

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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