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Di Finizio, la protesta continua. Tanti balneari accorsi in Vaticano

L'imprenditore triestino ha passato la notte in cima alla cupola di San Pietro. Sotto di lui stanno arrivando tanti esponenti della categoria, interessata dalla direttiva Bolkestein

di Alex Giuzio

ROMA (ore 10.30) – È proseguita per tutta la notte la clamorosa protesta di Marcello di Finizio, l’imprenditore balneare triestino che ieri pomeriggio si è arrampicato in cima alla cupola di San Pietro (vedi notizia). Il 47enne triestino è titolare del locale "La Voce della Luna", situato su concessione demaniale e dunque oggetto della direttiva europea Bolkestein. Così Di Finizio spiega i motivi del suo gesto: «Sto protestando contro l’errata applicazione di questa direttiva studiata dal governo Monti, che vuole mandare all’evidenza pubblica le trentamila imprese situate sulla costa italiana, determinando la morte del turismo balneare fondato su noi piccoli imprenditori, per dare tutto in pasto alle multinazionali, che hanno un potere d’acquisto tale da lasciare agli attuali concessionari solo le briciole delle spiagge».

Un messaggio riassunto dal lungo striscione che Di Finizio ha appeso al lucernaio della cupola su cui si trova: "Help!!! Basta Monti, basta Europa, basta multinazionali. Ci state ammazzando tutti! Sviluppo??? Questa è solo macelleria sociale! No aste, no Bolkestein" (vedi alcum in fondo all’articolo).

Di Finizio è salito in cima alla cupola di San Pietro ieri attorno alle 17. Le riprese del suo pericoloso salto, girate da Mondo Balneare e diffuse dall’agenzia Reuters (vedi video in fondo), stanno facendo il giro di tutti i giornali e telegiornali. L’imprenditore ha messo in pericolo la sua vita, con una modalità di protesta estrema e condannata da tutti gli altri balneari. Tuttavia, in centinaia stanno accorrendo da tutta Italia per raggiungere Di Finizio nella piazza sotto alla cupola e parlare con le decine di giornalisti presenti, in modo da spiegare i motivi non solo della protesta dell’imprenditore triestino, bensì di tutti i balneari che da anni stanno attendendo un decreto di regolamentazione delle concessioni, che secondo la normativa europea doveva essere promulgato entro il 2008. Ma l’immobilismo del governo Berlusconi prima, e di quello Monti fino adesso, hanno determinato uno stato di incertezza che ha bloccato gli investimenti nel settore balneare: nel 2011 le industrie dell’arredamento da spiagga – anch’esse un comparto tutto italiano – hanno perso il 20% degli introiti e rischiano la chiusura. L’imminente fiera di settore Sun, che inaugurerà domenica a Rimini, quest’anno è stata boicottata ufficialmente dai sindacati di categoria Sib, Fiba, Cna e Assobalneari, nonché da circa cinquanta aziende fornitrici, poiché gli imprenditori non hanno intenzione di acquistare nulla finché non avranno certezze sul loro futuro.

Le aste delle concessioni demaniali, che secondo l’Unione Europea devono tenersi entro il 1° gennaio 2016, faranno perdere ai trentamila balneari le loro imprese, su cui hanno investito molti capitali fino a pochi anni fa, forti del rinnovo automatico della concessione ogni sei anni. Una procedura abrogata dal governo Monti con l’approvazione della legge Comunitaria 2010. Senza che, finora, sia stato approvato un testo di legge sostitutivo, al quale il ministro Gnudi afferma di stare lavorando ormai da un anno. Ora i balneari attendono certezze: in caso di asta, chi restituirà i loro investimenti, realizzati dietro un contratto con lo Stato che invitava lo sviluppo degli stabilimenti? E chi pagherà i numerosi mutui aperti?

Marcello Di Finizio è un’anticipazione di ciò che avverrà tra quattro anni: il suo locale è stato distrutto da un incendio, e non ha ottenuto un risarcimento adeguato poiché, nel frattempo, la concessione da illimitata è diventata di breve durata (fino al 2015, appunto). Il suo gesto disperato è dovuto anche alle false promesse ricevute dalle istituzioni: «Mi sono già arrampicato una volta in cima all’Ursus di Trieste e un’altra volta, lo scorso 30 luglio, sulla cupola – spiega Di Finizio – ma i ministri Gnudi e Moavero, nonostante mi abbiano sempre promesso che avrebbero risolto la questione in breve tempo, non hanno ancora promulgato il decreto di cui non conosciamo i contenuti».

Centinaia di balneari sono già accorsi o stanno accorrendo per manifestare in Vaticano, come chiesto dall’imprenditore in cima alla cupola. Alcuni media hanno evidenziato che la sua protesta, oltre che contro la direttiva Bolkestein, vuole denunciare un problema sociale causato dal governo che in questi ultimi tempi ha istituito molte tasse senza pensare allo sviluppo del paese. E quella dei balneari è solo una piccola parte del problema.

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