di Alex Giuzio
In Toscana le imposte regionali sulle concessioni demaniali marittime sono quadruplicate in un solo colpo. I titolari di stabilimenti balneari sul litorale toscano, dal prossimo anno, dovranno pagare una tassa sul valore del canone statale che, anziché il 15%, passerà al 60%. Il governatore Enrico Rossi è stato costretto ad aumentare le imposte regionali per sistemare i conti della sua istituzione: il maxiprovvedimento, che oltre alle spiagge colpisce il gas metano per le abitazioni, le addizionali Irpef e Irap e le concessioni mirerarie, porterà nelle casse della Toscana ben 246 milioni di euro, di cui 6 milioni dalle sole concessioni demaniali.
Questa la giustificazione di Rossi: «Siamo stati costretti a ricorrere a un contributo responsabile, chiesto ai cittadini che possono permetterselo, per mantenere aperte le classi Pegaso alla materna e l’assistenza agli anziani non autosufficienti, i contributi agli affitti, l’aiuto per avere un prestito in banca o il sostegno ai giovani. C’era in ballo un principio di comunità da salvaguardare, e lo abbiamo fatto con una manovra quanto più possibile equa per i lavoratori e le imprese, tutelando le fasce deboli».
La Toscana era rimasta ultima regione italiana a non agire sulla leva fiscale, esclusa la Basilicata che può contare su royalties petrolifere. Ma i pesanti tagli imposti dal governo hanno costretto anche la giunta toscana a ritoccare le imposte al rialzo, pur aumentando le esenzioni. Continua Rossi: «Si tratterà di un prelievo progressivo, in base al reddito, e saranno salvaguardate le fasce più deboli (le famiglie con figli per l’addizionale Irpef e le aziende più esposte ai venti della crisi per quanto riguarda l’Irap). Prima di decidere qualsiasi aumento, ci siamo sforzati di recuperare le risorse tagliate dal governo lavorando sui risparmi e rinunciando a spese e interventi che in tempi ordinari potevamo permetterci ma oggi non più, visto che altre diventano le priorità. Abbiamo rivisto la spesa storica capitolo per capitolo, e così siamo riusciti a trovare quasi 50 milioni di euro. Ma anche se avessimo azzerato paradossalmente tutti i capitoli di spesa per la cultura, il sociale, la scuola e i contributi alle imprese, che tutti insieme valgono 150 milioni, non saremmo riusciti a pareggiare il taglio subito. E comunque questo era impensabile farlo, perché avremmo impoverito la Toscana e la coesione sociale».
Le associazioni di categoria si sono dette parzialmente soddisfatte per la decisione della giunta regionale, che pur alzando le imposte è stata attenta a non colpire le fasce deboli e le piccole imprese. Ma gli stabilimenti balneari, purtroppo, hanno avuto la peggio. Come spiega Stefano Bottai, presidente di Confcommercio Toscana, «purtroppo non siamo riusciti a evitare l’aumento della quota regionale dei canoni demaniali per i balneari, che comunque sono stati rivisti al ribasso rispetto ad altri settori». Tuttavia i balneari toscani non sembrano tanto contenti, almeno se si leggono gli infuriati commenti lasciati su facebook dalla bacheca del Movimento Balneare.
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