Alla fiera Sun di Rimini, che raccoglie in questi giorni tutti gli operatori del turismo all’aria aperta, gli imprenditori balneari fanno sentire la loro preoccupazione in merito al disegno di legge che intende riordinare le concessioni delle spiagge italiane, istituendo un periodo transitorio e poi le gare con il riconoscimento del valore commerciale e della professionalità acquisita. I contenuti del testo, che lunedì inizierà a essere discusso alla Camera dei deputati, sono stati ribaditi dal deputato Tiziano Arlotti (Pd), relatore della legge, che è intervenuto ieri mattina all’assemblea di Cna Balneatori: una piazza in cui la discussione è stata piuttosto accesa, già a partire dal piccolo presidio di protesta organizzato dal “Comitato salvataggio imprese e turismo” e “Donnedamare” all’apertura della fiera e subito sgomberato dalle forze dell’ordine.
Subito dopo, l’assemblea di Cna Balneatori – dall’eloquente titolo “No alla liquidazione del sistema balneare italiano” – ha ribadito la sua opposizione alle evidenze pubbliche previste dal disegno di legge: «Chiediamo il pieno riconoscimento del legittimo affidamento – ha esortato il coordinatore nazionale Cristiano Tomei – che significa l’esclusione dalle gare per gli attuali concessionari», su questo appoggiato anche dall’intervento di Marco Scajola, assessore al demanio della Regione Liguria.
Non tutte le sigle sindacali sono però sulla stessa lunghezza d’onda: Federbalneari, al contrario di Cna, nel suo convegno (a cui, oltre ad Arlotti, ha partecipato l’altro relatore Sergio Pizzolante, vedi notizia) ha espresso il pieno appoggio al testo del governo, mentre Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti e Oasi-Confartigianato organizzeranno la propria iniziativa oggi alle ore 10.30 sempre insieme ai due deputati in questo momento responsabili della riforma per sottoporre loro le proprie osservazioni.
Per quanto riguarda Cna Balneatori, la sua posizione è quella di un contributo attivo al disegno di legge per arrivare alla piena esclusione dalle gare: «Il testo del governo, dalla sua prima stesura, ha recepito alcune importanti modifiche, ma non ci fermiamo qui», ha annunciato il coordinatore Tomei. «Abbiamo effettuato un lavoro giuridico sul “legittimo affidamento” che nessuno credeva possibile, e invece siamo riusciti a farlo inserire nel testo della legge-delega. Ma ancora non basta: vogliamo che sia chiaro già in questa fase che tale concetto significa la piena esclusione dalle evidenze pubbliche per le attuali imprese balneari». Tomei ha poi riconosciuto che le posizioni del suo sindacato e del governo si sono avvicinate: «Se prima eravamo in due fiumi diversi, ora siamo almeno nello stesso fiume, ma ancora in due sponde separate». E in risposta ad alcune provocazioni, il coordinatore di Cna Balneatori ha aggiunto: «Noi non siamo tirati dalla giacca dalla politica, ma rispondiamo solo ai balneari, che decidono democraticamente l’azione sindacale di Cna Balneatori». Un’ultima esortazione è arrivata sulla tematica della “risorsa scarsa”: «Dobbiamo dimostrare con i numeri che in Italia c’è ampio spazio per nuove concessioni prima di mettere a gara quelle esistenti, e per giungere a questo risultato occorre lavorare soprattutto con l’Agenzia del demanio».
Ma il deputato Arlotti, pur accogliendo le istanze di Cna Balneatori e riconoscendo che «non si può espropriare un’impresa», cita il «principio di ragionevolezza» per confermare i contenuti del testo: un periodo transitorio la cui entità è ancora da definire, e poi procedure concorsuali con riconoscimento del valore commerciale e della professionalità. «Abbiamo scelto la strada della legge-delega – ha motivato il parlamentare – perché una materia così specifica necessita di approfondimenti tecnici, che abbiamo fatto insieme alle associazioni di categoria per arrivare a un testo molto migliorato rispetto alla stesura originaria presentata dall’ex ministro Enrico Costa, a partire dall’inserimento del concetto di “legittimo affidamento” che è riconosciuto come principio cardine del diritto europeo. Ma ora dobbiamo avviare un confronto diretto con l’Unione europea, perché in passato non è mai stato fatto, soprattutto per definire l’entità del periodo transitorio e i principi di calcolo del valore commerciale e della professionalità, che ci sono sottoposti con insistenza dalle associazioni di categoria».
Una voce contraria è poi arrivata da Marco Scajola, che da assessore regionale della Liguria è anche coordinatore del tavolo interregionale sul demanio marittimo: «Questo disegno di legge va cancellato e dimenticato per scriverne uno nuovo daccapo, che riconosca la piena esclusione dalle gare per le concessioni già occupate. Il governo sta facendo un grave danno agli imprenditori balneari, mentre noi al contrario in Liguria stiamo tutelando la categoria con due leggi regionali di imminente approvazione che sono state approvate all’unanimità, e cioè anche dalle forze di opposizione. Il nostro è un atto di coraggio: sappiamo che alcuni articoli sono a rischio di impugnativa, ma non intendiamo fermarci».
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