Non è residente nel comune di villeggiatura ma lo frequenta abitualmente e ne è soddisfatto; è in prevalenza diplomato o laureato e dichiara un reddito inferiore a 40.000 euro/anno. Predilige una vacanza “tradizionale” caratterizzata da una conoscenza del luogo, dalla vicinanza alla propria residenza e con poca distanza culturale. Una vacanza di relax e tranquillità con la famiglia e gli amici e, per essa, fa un significativo investimento sia temporale sia economico. Mare pulito e qualità delle spiagge, che sono i fattori che maggiormente incidono sulle destinazioni scelte e generalmente soddisfano le aspettative del turista. Ecco il profilo del turista che frequenta le spiagge italiane secondo una ricerca di Legambiente e del Gruppo nazionale per la ricerca sull’ambiente costiero (Gnrac) con il coordinamento dell’Università degli studi di Ferrara, attraverso la distribuzione di questionari in 35 località balneari di 11 regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Toscana, Liguria, Sicilia e Sardegna).
Lo studio è stato presentato a Festambiente , il festival nazionale di Legambiente in corso di svolgimento a Rispescia, a pochi km da Grosseto. La ricerca ha analizzato la distribuzione del turismo costiero in Italia con una fotografia disomogenea e notevolmente concentrata: oltre il 50% dei flussi turistici nazionali e internazionali si concentra in sole quattro regioni (Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Campania). In molte regioni, come in Puglia, Calabria, Sardegna e Liguria, rappresenta però la quasi totalità delle presenze turistiche.
Nel nostro paese l’incremento nel 2015 delle presenze al mare ha determinato un aumento dell’occupazione negli stabilimenti balneari del 3%, con oltre 5.000 posti di lavoro in più rispetto ai 168.000 del 2014 (Cna Balneatori, 2015). La maggioranza dei turisti (67%) non è residente nel comune costiero nel quale trascorre le vacanze ma il 55% lo frequenta abitualmente; solo il 24% dichiara di frequentarlo saltuariamente mentre il rimanente 18% è giunto nella località per la prima volta.
Gli utenti prediligono trascorrere le vacanze con la famiglia (46%) o in compagnia degli amici (26%), mentre il 21% in coppia e il 12% da soli (il 5% non risponde). La maggioranza soggiorna nella località turistica per meno di 15 con presenze più corte da 2 a 7 giorni (21%), da 8 a 15 giorni (20%) e di un solo giorno (10%). La maggior parte degli intervistati dichiara di trascorrere in spiaggia da 2 a 6 ore (64%), il 24% oltre 6 ore e una permanenza inferiore a 2 ore è dichiarata solo dall’8% degli utenti.
Il 34% degli intervistati – rileva Legambiente – dichiara una fascia di reddito annuo inferiore a 20.000 euro, il 26% tra i 20.000 e 31.000 euro, l’11% tra i 31.000 e 41.000 euro e, infine, il 9% afferma di superare i 41.000 euro. La maggioranza (48%) spende in spiaggia al giorno e per persona meno di 10 euro, il 20% tra 10 e 20 euro e solo il 10% supera i 20 euro; il rimanente 22% asserisce di non sostenere alcuna spesa durate la permanenza.
«Il vero petrolio dell’Italia si chiama turismo, la sola risorsa che può assicurare futuro e ricchezza all’intera comunità. I dati della ricerca sulla percezione del turista che sceglie le nostre località – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile Legambiente Turismo – dimostrano che la sensibilità e le esigenze dei turisti sta cambiando. C’è una maggior consapevolezza che porta a scegliere di viaggiare in modo più green, fare un’esperienza che fa bene a loro ma anche all’ambiente. L’Italia ha già perso troppi treni per rilanciare il suo turismo: il tema ambientale è l’unica chiave dotata di un sufficiente margine di competitività per potersi definitivamente accreditare a livello internazionale come paese della bellezza e della sostenibilità, perché la bellezza da sola ormai non basta più».
Dalla lettura dei dati emerge come la scelta delle località turistica sia strettamente legata al mare e alla spiaggia (48%). Seguono la vicinanza da casa (15%), il possesso di una casa di villeggiatura (11%) e la ricerca di relax e tranquillità (9%). Altre motivazioni che presentano un minor peso sono la natura e il paesaggio (4%) e i motivi economici (2%). In merito a quali sono gli elementi che maggiormente qualificano una spiaggia e emersa una forte concentrazione su solo quattro elementi: 31% mare pulito, 26% pulizia della spiaggia, 17% buona qualità dei servizi e delle strutture balneari, 13% panorama e paesaggio. Dal giudizio fornito dagli intervistati della ricerca di Legambiente in merito alla spiaggia frequentata emerge che più della meta (63%) giudica il paesaggio circostante bello, indifferente il 29%, ma viene valutato negativamente dal rimanente 8%. La pulizia (51%) e la qualità delle spiagge (47%) risultano buone e sufficienti per il 34% e 37%; non è trascurabile la percentuale di turisti che ha dato un giudizio scarso ai due quesiti (15% e 16%). La sicurezza nelle spiagge e valutata buona o sufficiente dal 78% degli utenti.
Su altri aspetti le opinioni sono più critiche: per esempio le attività ricreative presenti sono giudicate scarse per circa la meta degli intervistati (47%), sufficienti per il 34% e buone per un esiguo 19%. Simile giudizio si riscontra nei confronti della disponibilità di attrezzature presenti nella spiaggia che sono state valutate scarse dal 41% degli intervistati, adeguate dal 55% e eccessive dal 4%. Il 61% degli intervistati, chiamato a esprimersi sulla tipologia di spiaggia libera preferita, indica quella priva di servizi e completamente gratuita. È opportuno segnalare, però, che anche la componente di coloro che prediligono le spiagge attrezzate, anche se devono affrontare una piccola spesa per i servizi, è significativa e sfiora il 39%.
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