di Alex Giuzio
(15/10/2013, ore 12.04) – Il piano di sdemanializzazione degli stabilimenti balneari non è stato inserito nella legge di stabilità. Lo affermano le prime indiscrezioni fatte trapelare da alcuni politici in merito all’approvazione del nuovo decreto in cui, a detta del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, doveva essere inserita la salvezza delle imprese balneari italiane.
Ancora non sono chiari i motivi di questa assenza. Ma è certo che, esaminando una bozza di legge fatta circolare in queste ore dal presidente di Assobalneari-Confindustria Fabrizio Licordari, non c’è traccia di articoli di legge sul demanio marittimo. È possibile leggere la bozza in questione cliccando qui.
Lo stesso Licordari ha divulgato notizie piuttosto preoccupanti: «Il provvedimento che ci era stato prospettato dal sottosegretario Baretta all’interno di questo testo non compare. Alcune indiscrezioni parlano di un emendamento che darà delega al governo per la preparazione di un testo con la propensione di trasferire la competenza alle Regioni. Su ciò faccio rilevare che, nell’ultimo incontro al ministero dell’economia, non erano questi i propositi assunti dal governo, che si era preso l’impegno di prospettarci il progetto preventivamente all’inserimento nella legge di stabilità e che eventuali modifiche sarebbero state consentite attraverso gli emendamenti. Invece oggi registriamo che questo testo diventa esso stesso un emendamento, sul quale sarà ben difficile intervenire. Ritengo che la prospettata delega alle Regioni sia dannosa per avere una uniformità di trattamento sul territorio nazionale, con le conseguenze che facilmente si possono immaginare».
Anche l’europarlamentare Carlo Fidanza ha confermato l’assenza del provvedimento di sdemanializzazione nella legge di stabilità, dichiarandosi contrario all’operato del governo: «Se confermata, la decisione del governo di non inserire la sdemanializzazione delle imprese balneari nel testo della legge di stabilità è una scelta incomprensibile, che disattende totalmente gli impegni delle settimane scorse. I balneari sono vittima del fuoco incrociato tra le bande interne del Pd, nel quale la corrente emiliano-romagnola, con l’appoggio del presidente Anci Piero Fassino, ha fortemente contrastato il provvedimento perché preferisce la strada delle aste. Il Pdl, che pretenderebbe di essere "sentinella anti-tasse", dovrebbe ergersi a "sentinella anti-rinvii". È tempo che la maggioranza di governo, dopo troppi ritardi e le consuete divisioni, dica chiaramente se (a questo punto è lecito dubitarne) e come intende risolvere definitivamente la vicenda di trentamila aziende turistiche italiane».
È probabile che la ristrettezza di tempi abbia impedito al sottosegretario Baretta di redigere un provvedimento adeguato e, soprattutto, di concordarlo con le associazioni di categoria come aveva promesso. Un piano così complesso avrebbe bisogno di una tempistica più estesa; ma dall’altra parte questo silenzio è estremamente preoccupante, e ancora più preoccupanti sono le notizie su questo fatidico emendamento che potrebbe solamente complicare la questione. Il coinvolgimento delle Regioni nelle operazioni di sdemanializzazione non era stato previsto, e non è ciò che i balneari vogliono.
Sarebbe stato auspicabile inserire nella legge di stabilità almeno un cenno che desse maggiore certezza agli imprenditori balneari italiani, risolvendo l’urgenza e rimandando a un secondo tempo la redazione di un testo più ampio. Ma per adesso, non sembra essere questo l’intento del governo, che si spera non stia stato di nuovo bloccato da qualche intervento esterno e contrario alla sdemanializzazione.
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