di Alex Giuzio
Forza Italia prova di nuovo a prorogare le concessioni balneari, questa volta fino al 2080. L’azione è firmata da Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori Forza Italia, che ieri ha presentato ben quattro emendamenti alla Legge di Stabilità in votazione il prossimo lunedì in Senato.
I quattro emendamenti di Gasparri contengono quattro diverse date per la proroga delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo: 2030, 2050, 2060 e 2080. Le trattative di Forza Italia verteranno sull’approvazione di una di queste, in base alla disponibilità della maggioranza.
«Il periodo richiesto fino al 2080 potrebbe sembrare una provocazione – commenta il presidente di Assobalneari-Confindustria Fabrizio Licordari, che ha lavorato a stretto contatto con Gasparri – ma non è così. Infatti trova i suoi fondamenti nella proroga delle concessioni spagnole in scadenza al 2018 ma prorogate fino a un massimo di 75 anni, senza evidenza pubblica e con il plauso della Comunità europea. Perciò ritengo che quanto proposto sia basato sul principio di “eguaglianza come divieto di discriminazione in base alla nazionalità”; principio dal quale scaturiscono le norme con le quali siamo, nostro malgrado, chiamati a confrontarci».
Attualmente le concessioni balneari italiane sono in scadenza al 31 dicembre 2020, a causa dell’abrogazione del rinnovo automatico effettuata dal governo Monti. Il governo Renzi, tramite i sottosegretari Sandro Gozi, Pier Paolo Baretta e Francesca Barracciu, sta lavorando a una riforma del demanio marittimo per uscire da questa incertezza normativa, ma al momento non ci sono sicurezze sul futuro degli attuali titolari delle concessioni: se si opterà per mandarle a evidenza pubblica, a scomparire saranno le circa 30 mila piccole e medie imprese che sorgono sulle concessioni, con enormi danni economici e sociali.
Le associazioni balneari hanno chiesto al governo un periodo transitorio di almeno 30 anni prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulle spiagge, su cui non sono ancora chiare le tempistiche: una bozza di legge circolata il mese scorso (vedi notizia) affermava l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2015 senza concedere il periodo transitorio, ma, salvo improvvisi colpi di coda, appare difficile che il governo riesca ad approvarla per tempo.
Il testo dei quattro emendamenti Gasparri è disponibile cliccando qui.
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