Opinioni

Sospensione canoni balneari, i Verdi non sanno di cosa parlano

Le dichiarazioni di Bonelli contro l'emendamento salva-pertinenziali fanno ingiustamente passare i balneari come una categoria di privilegiati, criminali ed evasori.

Gli emendamenti al decreto Semplificazioni che tentano di risolvere la grave vicenda dei canoni pertinenziali sulle spiagge (vedi notizia) hanno scatenato le ennesime dichiarazioni capziose di Angelo Bonelli dei Verdi, che se la prende contro la categoria dei balneari usando motivazioni del tutto fuori fuoco.

Questa volta l’esponente dei Verdi denuncia un presunto «colpo di spugna sui contenziosi sui canoni della spiagge firmato da M5S e Lega», evidenziando nella sua nota che gli emendamenti prevederebbero, «oltre alla sospensione dei contenziosi amministrativi per il pagamento dei canoni di concessioni sul demanio marittimo, anche il blocco delle procedure di decadenza e revoca delle concessioni per chi ha contenziosi per canoni non pagati». Per concludere, Bonelli tira fuori la solita storia dei canoni bassi, dell’elevata evasione fiscale e dell’illegalità di Ostia: tutte questioni abilmente distorte, raccontate a metà e con l’apparente intento di denigrare un’intera categoria (chi è interessato a leggere le dichiarazioni integrali di Bonelli, può recuperarle sull’Ansa).

Non è la prima volta che Bonelli si fa conoscere per queste esternazioni e non è la prima volta che i media generalisti danno risalto alle sue parole senza verificare l’attendibilità di quanto sostiene l’esponente dei Verdi. Di conseguenza, sta a noi dire che tali dichiarazioni sono colpevolmente manipolatorie e dipingono una situazione del tutto diversa da come è in realtà.

Nel riassumere i contenuti degli emendamenti, infatti, Bonelli “dimentica” la parte più importante, e cioè che la norma si riferisce solo a un ristretto numero di imprese per risolvere la grave ingiustizia fiscale che da dieci anni colpisce circa 250 stabilimenti balneari detti “pertinenziali”: si tratta delle attività a cui, con l’articolo 1 comma 256 della legge Finanziaria 2006, è stato definito un criterio di calcolo dei canoni collegato ai valori Omi (Osservatorio mobiliare italiano) che ha determinato un maxi aumento del canone fino al 4500%, raggiungendo cifre di 100-250 mila euro annui. Aggiungendo gli arretrati, tutto ciò ha significato milioni di euro da pagare per piccole imprese familiari, fuori da ogni logica di mercato, generando un debito insostenibile che va sanato al più presto per evitare il fallimento di queste aziende.

La questione, insomma, è molto diversa da come la descrive Bonelli, che con le sue parole fa pensare che il governo voglia fare un grande favore a tutti gli stabilimenti balneari italiani. Invece, leggendo bene gli emendamenti e verificando gli articoli di legge a cui rimandano, è facile scoprire come non si tratti affatto di un privilegio generalizzato. Peraltro, alcuni di questi emendamenti escludono esplicitamente quelle società a cui fanno capo «i beni pertinenziali che risultano comunque oggetto di procedimenti giudiziari di natura penale, nonché nei comuni e nei municipi sciolti o commissariati». Quindi anche il fantasma dell’illegalità evocato da Bonelli è del tutto falso: casi come quello di Ostia citato dall’esponente dei Verdi non rientrerebbero infatti nell’applicazione degli emendamenti. Per non parlare dei luoghi comuni sui canoni bassi, che riguardano solo alcuni casi isolati e non tutte le spiagge italiane. I canoni balneari non sono bassi bensì squilibrati (all’estremo opposto ci sono infatti i pertinenziali) e le associazioni di categoria da tempo si dicono disposte a sostenere un riequilibrio. Inoltre non bisogna dimenticare che i canoni non sono l’unica spesa affrontata dai balneari (abbiamo smontato questo e altri luoghi comuni in un articolo dello scorso agosto).

Se Bonelli è consapevole di questi fatti e fa finta di ignorarli, allora sta agendo in malafede. Se invece non è al corrente di queste importanti distinzioni, gli consigliamo di informarsi meglio prima di diffondere il prossimo comunicato sulla questione. Dichiarazioni come questa hanno infatti l’effetto di mettere a repentaglio una soluzione che 250 famiglie, finite sul lastrico per colpa di un’ingiusta legge dello Stato, attendono da anni per uscire da una situazione da incubo. I pertinenziali stanno ricevendo cartelle esattoriali da oltre 600 mila euro (ne abbiamo mostrato un esempio in questo articolo) ed è già arrivato un caso di suicidio. La questione va risolta al più presto, prima che sia troppo tardi. E ai Verdi consigliamo di non fare più della becera propaganda per guadagnare facile consenso sulla base di vergognose falsità: sarebbe meglio concentrarsi piuttosto sulle gravi questioni ambientali che minacciano l’estinzione della vita umana.

(P.S.: Gli emendamenti salva-pertinenziali, secondo le ultime notizie di cui siamo in possesso, non sarebbero stati dichiarati inammissibili e anzi sarebbero in attesa di un ulteriore parere tecnico, con buone possibilità di arrivare a buon fine. Si tratterebbe solo di una salvaguardia temporanea per dare un po’ di respiro a 250 imprese sull’orlo del baratro, in attesa di una riforma generale dei canoni, ma almeno sarebbe un segno concreto e importante di sostegno e di attenzione).

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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