Sdemanializzazione, esclusione dalla Bolkestein, concessioni di 50 anni, riduzione di Tari e Iva, salvataggio dei pertinenziali. Sono alcune delle proposte emendative in materia di spiagge, presentate dai parlamentari dell’opposizione di centrodestra alla legge di stabilità e al decreto fiscale su sollecito del Sib-Confcommercio.
Le dieci richieste del Sib sono state convertite in 21 emendamenti firmati, tra gli altri, dai senatori Marsilio (Fratelli d’Italia), Gasparri, Mallegni e Damiani (Forza Italia) e saranno esaminate dalla IV commissione Finanze del Senato a partire da domani. Essendo i provvedimenti da varare entro il 22 dicembre 2018, se approvati, gli emendamenti proposti dal Sib entrano in vigore subito prima di Natale.
«Confidiamo che l’iter parlamentare di approvazione della legge di stabilità e del decreto fiscale costituisca l’occasione per affrontare e risolvere alcuni aspetti del turismo balneare italiano – spiega il presidente del Sib Antonio Capacchione – a iniziare dall’applicazione della direttiva Bolkestein per arrivare ai canoni pertinenziali, allo smontaggio delle strutture e all’aliquota Iva. Abbiamo perciò inviato ai parlamentari dieci proposte di emendamenti, rimettendoci alle loro valutazioni sia sulla fondatezza che sul veicolo legislativo ritenuto più corretto ai fini dell’ammissibilità».
Le proposte «sono il frutto di un intenso, lungo e assai approfondito confronto – spiega Capacchione – sia all’interno della nostra categoria che, soprattutto, con prestigiosi giuristi e tecnici che abbiamo contattato e coinvolto nel corso degli ultimi mesi e anni. Ecco perché abbiamo accompagnato tutte le proposte emendative con specifiche e a nostro parere solide motivazioni e argomentazioni anche tecnico-giuridiche».
Queste, in sintesi, le richieste del Sib-Confcommercio contenute negli emendamenti e, tra parentesi, i riferimenti dei parlamentari che le hanno presentate in Senato:
- riconoscimento delle imprese balneari italiane quale “elemento del patrimonio storico culturale e del tessuto sociale dello Stato italiana” ai fini della loro esclusione dalla Bolkestein ex art. 2 del dlgs n. 592010, così come chiarito dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 5157 del 3 settembre 2018 (emendamenti n. 20.0.60 Martelli; 25.0.36 Gasparri e altri; 25.0.37 Marsilio e altri);
- assegnazione, comunque, alle concessioni vigenti di una durata variabile da trenta a cinquanta anni in riferimento a diverse fattispecie e in aderenza a quanto indicato dalla sentenza della CGUE del 14 luglio 2016 “Promoimpresa” (emendamenti n. 25.0.18 Montani e altri; 25.0.35 Mallegni e altri);
- riconoscimento, alla scadenza delle concessioni, di un indennizzo pari al valore commerciale dell’azienda balneare come chiarito dalla CGUE con la sentenza del 28 giugno 2016 C-375/14 “Laezza” sulla contrarietà al Trattato europeo artt. 49 e 56 di una confisca senza indennizzo in danno di un concessionario (emendamento n. 26.0.1 Damiani e altri);
- riapertura della definizione del contenzioso per i canoni pertinenziali ex lege n. 1472013 estendendolo anche a quello amministrativo, non giurisdizionale mediante il pagamento del 30% delle somme dovute e con la sospensione dei provvedimenti sanzionatori nel caso di mancato pagamento (emendamenti n. 20.0.54 Martelli; 25.0.11 Marsilio; 26.0.2 Gasparri e altri);
- sdemanializzazione delle aree che hanno peso le caratteristiche della demanialità e la loro cessione con diritto di opzione al concessionario ex articolo 3, commi 3 e 3 bis del decreto legge 25 settembre 2001 n. 351 convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001 n. 410 (emendamenti n. 20.0.61 Martelli; 25.0.27 Marsilio; 26.0.5 Mallegni e altri);
- sospensione dello smontaggio delle strutture fino al 31 dicembre 2020 per favorire la destagionalizzazione nelle more del riordino della materia (emendamento n. 26.0.4 Gasparri e altri);
- definizione unica, valevole per l’intero territorio italiano, del concetto di facile e difficile rimozione, estendendo quanto previsto dalle Regioni Toscana e Liguria (emendamento n. 26.0.3 Gasparri e altri);
- eliminazione del “salvo conguaglio” ancora presente nei titoli concessori dei balneari, escludendo in tal modo il rischio di contenzioso (emendamenti n. 25.0.28 Marsilio e altri; 26.0.6 Damiani e altri);
- applicazione dell’aliquota Iva al 10%, prevista per le imprese ricettive, anche a quelle balneari (emendamenti n. 20.0.53 Martelli; 25.0.38 Marsilio; 26.0.7 Damiani e altri);
- modifica del calcolo della Tari prevedendo una riduzione della tariffa per la stagionalità rapportandola al periodo di effettiva produzione di rifiuti e non applicandola all’intera superficie concessa (emendamenti n. 25.0.8 Damiani e altri; 25.0.9 Damiani e altri; 25.0.10 Marsilio).
«Le prime tre richieste sono cumulative e non alternative fra di loro – sottolinea Capacchione – e siamo aperti a valutare ogni altra diversa proposta migliorativa di quelle da noi suggerite, con l’unico limite che siano concretamente praticabili alla luce della copiosa giurisprudenza amministrativa, costituzionale e comunitaria che nel corso di questi anni è sorta sulla questione. Diversamente avremo una norma completamente inutile perchè destinata a essere disapplicata sia dai giudici in sede di contenzioso che perfino dai funzionari regionali e comunali, come è avvenuto anche di recente con l’art. 24, comma 3-septies, del decreto-legge 24 giugno 2016 n. 113 convertito dalla legge 7 agosto 2016 n. 160 (Consiglio di Stato, n. 873 del 12 febbraio 2018). È ora necessario sensibilizzare i parlamentari affinché queste proposte, o altre di analogo spessore, vengano approvate a tutela di una categoria che merita l’attenzione e il rispetto che finora le è stato ingiustamente negato».
«Ringraziamo i senatori proponenti che, anche questa volta, non hanno voluto far mancare il loro impegno per la tutela di questo importante settore dell’economia del Paese da noi rappresentato», conclude Capacchione. «Ma è ormai tempo che ogni parlamentare si assuma le proprie responsabilità davanti alla categoria e al paese: su ognuno degli emendamenti proposti adesso si tratta di dire un “si”, un “si con modifiche” o un “no”. Nient’altro che questo! Alibi e pretesti sarebbero incomprensibili e inaccettabili. Insomma, sulla “questione balneare” è arrivato il tempo che si parli solo con la voce dei fatti».
Per scaricare il documento con tutti gli emendamenti integrali presentati in materia di concessioni balneari, clicca qui (pdf, 21 pagine).
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