di Alex Giuzio
«Visto che questo governo non sta favorendo gli attuali imprenditori balneari e che le bozze di riforma non sono soddisfacenti, ho deciso di presentare un decreto legge alternativo per il riordino delle concessioni balneari», che non prevede la loro messa all’asta. A dirlo non è un parlamentare dell’opposizione, bensì la senatrice del Partito democratico Manuela Granaiola, da sempre al lavoro per tutelare le imprese balneari dal rischio di scomparsa, anche quando si è trattato di andare contro il suo stesso partito. Come in questo caso.
È ancora recente, per la senatrice, la delusione per la bocciatura dei suoi emendamenti alla Legge di Stabilità che avrebbero rimandato il pagamento dei canoni pertinenziali e decretato la fine dell’obbligo di smontare le strutture amovibili a fine stagione (vedi notizia). Si trattava di due piccole misure in attesa del riordino generale delle concessioni balneari, a cui stanno lavorando i sottosegretari Sandro Gozi, Pier Paolo Baretta e Francesca Barracciu, tutti in seno al Pd. Ma visto che anche la riforma pare non andare incontro agli attuali imprenditori balneari (ne abbiamo parlato in un recente articolo), la senatrice Granaiola lo scorso 19 dicembre ha presentato in Senato un testo di legge alternativo e più efficace, i cui contenuti sono stati illustrati oggi in Comune a Viareggio. La sua proposta verrà presentata anche ai sottosegretari Gozi e Barracciu in occasione del tavolo tecnico con le associazioni balneari convocato per il prossimo 13 gennaio a Roma.
Il "Testo unico dell’impresa balneare" – così si intitola la proposta Granaiola – si rifà allo studio del prof. Alessandro Del Dotto (attuale sindaco di Camaiore), dell’avvocato Laila di Carlo e del dott. commercialista Piero Bellandi, che sono riusciti a individuare una strada che coniuga la tutela degli stabilimenti balneari esistenti con il rispetto della direttiva europea Bolkestein, più volte utilizzata come scusa da parte di più governi (compreso quello di Renzi) per imporre le evidenze pubbliche delle concessioni demaniali marittime.
«Nonostante le numerose occasioni di incontro che ho avuto in sede parlamentare con i vari governi per risolvere i nodi più rilevanti della questione delle concessioni balneari – spiega Granaiola – la scadenza del 15 ottobre 2014 prevista per il riordino complessivo della materia è trascorso senza la presentazione ufficiale di alcun testo di legge. Le bozze che sono circolate finora non hanno fatto altro che creare sgomento e ulteriore confusione. Per questo motivo, e in totale spirito collaborativo con il governo, abbiamo deciso di porre all’attenzione del tavolo che ci sarà il prossimo 13 gennaio la proposta di un testo unico di riordino della materia. Sarà l’occasione per riaccendere i riflettori sul settore turistico balneare, che vede in grave sofferenza oltre 30.000 imprese che costituiscono, con il relativo indotto, un asse portante del turismo italiano. Sarà anche l’occasione per far capire che le strade per risolvere la situazione ci sono: basta decidere quale vogliamo percorrere e, una volta presa la decisione, percorrerla tutti insieme».
Il Testo unico dell’impresa balneare intende istituire un’autorizzazione unica per l’insediamento e l’esercizio dell’impresa balneare, rilasciata dalle amministrazioni comunali in relazione ai piani di utilizzo del demanio, con verifiche biennali per assicurarsi del rispetto dei requisiti, pena la decadenza dell’autorizzazione. Ovviamente non sono previste le evidenze pubbliche per le attuali imprese balneari.
Chi intende esaminare nel dettaglio la proposta di legge della senatrice Granaiola, può liberamente scaricarla cliccando qui.
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