di Alex Giuzio
Le Regioni italiane vogliono partecipare alla trattativa sulla riforma delle concessioni demaniali marittime. E ancora una volta, capofila della richiesta sono le Marche.
Ieri si è infatti riunita la Commissione Turismo della Conferenza Stato-Regioni, alla quale hanno partecipato il ministro del turismo Dario Franceschini e il suo sottosegretario Francesca Barracciu, quest’ultima tra gli interlocutori principali della riforma. Il colloquio è stato incentrato sulle problematiche del demanio marittimo e sull’imminente riforma delle concessioni balneari. «Dall’incontro – spiega il governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca – è emersa la necessità di un immediato confronto con il governo prima che venga formalizzato e presentato qualsiasi disegno di legge».
D’altronde, come è emerso dalle bozze di disegno di legge pubblicate il mese scorso da Mondo Balneare (vedi notizia), le Regioni diventerebbero gli organi responsabili della gestione delle concessioni balneari, e dunque un loro coinvolgimento in fase di stesura della riforma appare quantomai opportuno. Spetterebbe infatti a loro istituire subito le linee guida per l’assegnazione delle spiagge ancora libere, per poi delegarne la gestione ai Comuni.
Per questo, prosegue Spacca, «è prioritario che le Regioni possano portare il proprio fattivo contributo nella fase di elaborazione della proposta. Le Marche hanno chiesto, a nome di tutte le Regioni, il pieno coinvolgimento dei territori nel tavolo interministeriale che sta lavorando alla predisposizione del testo legislativo».
Per quanto riguarda i contenuti della riforma, il governatore Spacca approva il percorso annunciato dal governo lo scorso 13 gennaio: «La nostra Regione ha manifestato la piena condivisione per il percorso in discussione con la Commissione europea, sostenuto dal sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. Un percorso che individua un doppio regime per il rilascio e rinnovo delle concessioni balneari: il primo transitorio e “premiale” per le concessioni in essere, verificando la possibilità di una proroga di lunga durata, il secondo che individua criteri di evidenza pubblica e gare per le eventuali nuove concessioni che riguardano la maggioranza delle superfici demaniali ancora disponibili. Per rafforzare questa linea e supportare la trattativa del sottosegretario Gozi in Europa, le Regioni, su proposta delle Marche, si sono impegnate a collaborare alla rilevazione delle aree demaniali ancora disponibili. In questo modo sarà possibile fornire dati e informazioni utili al governo per inoltrare alla Commissione europea una documentazione chiara e convincente per una definitiva soluzione della questione, come avvenuto in Spagna e Portogallo».
La giunta marchigiana è sempre stata tra le più sensibili e attente alla questione balneare italiana, e negli ultimi mesi ha acuito questo interesse: risale infatti allo scorso 2 dicembre la presentazione di un ordine del giorno in cui la Regione Marche si impegnava a mettere in atto «tutte le azioni politico-istituzionali» per «scongiurare» le evidenze pubbliche delle imprese balneari e l’aumento dei canoni demaniali. Un’azione imitata nei giorni successivi da altre giunte regionali.
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