Una mozione per impegnare il governo a legiferare sulle concessioni balneari, assicurando una proroga di 30 anni e il riconoscimento del valore commerciale dell’impresa. L’hanno predisposta alcuni senatori di Forza Italia, redigendo un testo molto articolato che esamina, tra l’altro, la situazione normativa di Spagna e Portogallo per chiedere un trattamento simile anche nel nostro paese.
La mozione è firmata da Maurizio Gasparri, Paolo Romani, Anna Maria Bernini, Paola Pelino, Emilio Floris, Lucio Malan, Francesco Aracri, Franco Cardiello ed Enzo Fasano, si sviluppa in quattro pagine e analizza tutti i punti caldi della questione balneare italiana, dall’applicazione della direttiva Bolkestein alle cause pendenti in Corte di giustizia europea in merito alla proroga al 2020.
In particolare, in merito alla differenza tra Spagna, Portogallo e Italia, così recita la mozione:
occorre considerare che in ambito europeo altri Paesi hanno legiferato in materia, e a seguito dell’ indagine svolta presso altri Paesi da Assobalneari Italia Federturismo Confindustria si evidenzia in particolare: la Spagna (legge 28 luglio 1988, n. 22, come modificata dalla Legge 29 maggio 2013, n. 2, di protezione e uso sostenibile del litorale, e con il Reale Decreto del 10 ottobre 2014, n. 876) che ha prorogato fino a 75 anni le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo scadute o che scadranno nel 2018 – proroga straordinaria e selettiva delle concessioni in essere che permette la trasmissione delle concessioni mortis causa – notifica in 4 anni – e tra viventi – previa autorizzazione; il Portogallo nel 2007 ha emanato una disciplina che ammette che il precedente concessionario possa esercitare un diritto di prelazione nel momento in cui si procede alla riassegnazione della concessione. Ambedue gli interventi normativi riguardano l’impulso ad attività economiche e la generazione di occupazione che esse producono, che siano compatibili con la protezione delle coste, sostenuti dalla volontà politica di questi Paesi a difesa del loro comparto balneare che copia quello italiano;
Per poi concludere con un invito esplicito:
impegna il Governo:
1. ricordato quanto disposto dalla normativa della Spagna e del Portogallo, a sostenere in sede Europea che l’Italia non sia imputabile di un procedimento di infrazione nel caso di disapplicazione della Direttiva 2006/123 per quanto concerne la concessione in uso di beni demaniali, anche alla luce del fatto che le concessioni in argomento riguardano beni e non lo svolgimento di servizi, e che le risorse non sono esaurite permettendo il rilascio di nuove concessioni attraverso una evidenza pubblica, che le concessioni esistenti hanno già sostenuto all’origine;
2. a estendere, ai fini della tutela delle proprie aziende, come fatto dal Regno di Spagna, per la salvaguardia ai fini occupazionali, economici, sociali e culturali le concessioni demaniali marittime turistico ricreative in essere, un periodo di “proroga” di almeno 30 anni a partire dall’anno 2020;
3. a riconoscere alle aziende che hanno esercitato l’attività in regime concessorio, il valore commerciale a tutela degli investimenti fatti e dell’attività svolta attraverso l’acquisizione dal concessionario originario di una perizia giurata svolta da un professionista abilitato nella quale venga evidenziato il valore economico aziendale dell’impresa;
4. a riconoscere al concessionario attuale la “competenza o professionalità” nel condurre la sua azienda, che messa insieme a tutte le aziende balneari italiane ha contribuito a creare un sistema che ha creato e sviluppato la più importante economia costiera nazionale.
Per il testo integrale della mozione, approfondito e articolato e che vale la pena leggere integralmente:
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