In merito al nostro articolo odierno Balneari, Corte Ue: “A gara anche concessioni rilasciate prima del 2009”, ci sono giunti in redazione i chiarimenti di Sergio, Ilaria e Valerio Piancastelli, titolari dei Bagni Ausonia di Castiglioncello oggetto del contenzioso. Li pubblichiamo qui di seguito.
«Nel ricorso d’appello, che abbiamo proposto con l’avvocato Ettore Nesi contro il Comune di Rosignano Marittimo, abbiamo sostenuto l’applicabilità al nostro rapporto dell’articolo 49 del TFUE al fine di contestare la pretesa del Comune di applicare i canoni Omi a beni che sono di nostra proprietà. Secondo il Comune infatti nel corso del rapporto concessorio tali beni sarebbero stati acquisiti dallo Stato ai sensi dell’articolo 49 del Codice della navigazione. La nostra tesi è che l’articolo 49 del TFUE osti a una previsione come quella recata dall’articolo 49 del Codice della navigazione che stabilisce l’acquisizione gratuita e senza indennizzo dei beni del concessionario. L’articolo 49 del TFUE è stato pertanto da noi invocato a tutela di nostri diritti fondamentali sulla scorta di quanto affermato sempre dalla Corte di giustizia nella sentenza “Laezza”, che riguarda invece le concessioni giochi e scommesse».
«Il Consiglio di Stato ha condiviso questo dubbio interpretativo e ha perciò sottoposto alla Corte di giustizia Ue la relativa domanda pregiudiziale con ordinanza n. 8010 del 15 settembre 2022 (si veda a questo proposito l’articolo “Espropri opere su demanio marittimo, deciderà la Corte Ue” del 16 settembre 2022 su Mondo Balneare). Dopodiché la Corte di giustizia ha chiesto alcuni chiarimenti al Consiglio di Stato, tra cui quello di indicare l’epoca in cui sarebbe avvenuto l’incameramento dei beni di nostra proprietà. Ciò al fine di verificare l’applicabilità o meno della direttiva Bolkestein al nostro rapporto. Nel fornire i chiarimenti richiesti dalla Corte di giustizia, il Consiglio di Stato ha ribadito che l’incameramento ex articolo 49 del Codice della navigazione è contrario al diritto primario dell’Unione europea e che la direttiva Bolkestein non è applicabile al caso in esame, in quanto la concessione è antecedente al 28 dicembre 2009. A questo punto la Corte di Giustizia dovrà pronunciarsi sulla questione interpretativa sollevata dal Consiglio di Stato con ordinanza n. 8010 del 2022».
«Né la richiesta di chiarimenti della Corte Ue, né l’ordinanza del Consiglio di Stato si cimentano tuttavia sulla questione delle gare. Nel testo dell’ordinanza 8184/2023 non è dato affatto leggere che “Non esiste nessuna distinzione fra le concessioni balneari rilasciate prima o dopo il 2009: devono andare tutte a gara”. Né nel contenzioso da cui è scaturito il rinvio pregiudiziale è stata posta la questione inerente alla tutela delle concessioni che sono sorte anteriormente alla data di entrata in vigore della direttiva Bolkestein (28 dicembre 2009). Non risponde perciò al vero che:
- “Righi e Nesi hanno portato avanti questa idea davanti al Consiglio di Stato, in occasione di un ricorso presentato dalla società concessionaria dei Bagni Ausonia di Castiglioncello, in Toscana”
- “Il Consiglio di Stato a sua volta ha chiesto chiarimenti alla Corte di giustizia europea, ma quest’ultima ha risposto lo scorso 17 luglio, smentendo la tesi dei due avvocati”
- “Palazzo Spada ha emanato una pronuncia per recepire il chiarimento della corte lussemburghese ed esprimersi sul contenzioso”
- “la Corte Ue ha respinto questa tesi con un’argomentazione molto pesante, sostenendo che ai titoli precedenti al 2009 non si applica la direttiva Bolkestein ma resta valido l’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il quale impone le gare per tutti i beni pubblici, e senza nemmeno i paracadute previsti dalla Bolkestein”».
La nostra replica
In merito ai chiarimenti della famiglia Piancastelli sopra pubblicati, la redazione di Mondo Balneare precisa che le considerazioni della Corte Ue, a nostro parere, vanno a riguardare in generale anche il dibattito sulla differenza tra concessioni precedenti e posteriori al 2009 e sull’applicabilità della Bolkestein. Di questo parla e voleva parlare il nostro articolo, senza intervenire sul caso specifico e molto complesso dei Bagni Ausonia. Siamo comunque dispiaciuti per il fraintendimento con i diretti interessati.
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