«I problemi dei balneari non sono ancora risolti, ma le associazioni di categoria continuano a essere un’armata Brancaleone». Dopo la due-giorni di incontri con i gruppi parlamentari, Federbalneari interviene a gamba tesa contro le altre associazioni di categoria, con il presidente Renato Papagni che chiede più unità tra le sigle di settore.
«Il periodo di 15 anni deciso dal governo è positivo – esordisce Papagni – ma non ha affatto risolto la questione. Tuttavia le associazioni di rappresentanza dei balneari continuano a sbagliare modalità di interazione con il governo e il parlamento: due sindacati, in particolare, in questi giorni stanno facendo il “giro d’Italia” per correre una gara che consente loro la “visibilità” a tutti i costi ogni giorno».
«La raffigurazione delle associazioni dei balneari è ormai quella di un’armata Brancaleone – dice Papagni senza mezzi termini – e i proclami, la difesa a oltranza sulla stampa, la pressione scomposta e assillante ai gruppi politici non fa che alzare l’attenzione di chi non vuole aiutare i balneari».
«Per esempio sui pertinenziali – tuona il presidente di Federbalneari – è folle sbandierare un condono sui canoni davanti a un governo che non può approvarlo, dato che la sua linea politica non glielo consente. Andava richiesta una sola soluzione di salvataggio, rinviando e sospendendo i procedimenti coattivi e la decadenza». E sul tavolo per lavorare alla riforma generale del settore, per il quale il governo ha chiesto a ogni associazione di indicare una squadra tecnica di riferimento, Papagni ritiene che «era più opportuno un coordinamento e una limitazione di consulenti, mentre invece si è arrivati a nominare oltre trenta cosiddetti esperti, con tanto di profonda caduta di stile di un presidente che nomina se stesso. Non si vede nemmeno nelle organizzazioni bulgare!».
«Solo con un documento unico possiamo dimostrare maturità», aggiunge Papagni. «Sono dell’opinione che si deve lavorare tutti insieme con grande equilibrio, con basso profilo, con riservatezza e senza amplificare singolarmente le aspettative. La vittoria non è di quella o quell’altra rappresentanza, ma di tutti. Forse con umiltà e garbato comportamento e stile avremmo potuto ottenere qualcosa in più. Invece questo metodo danneggia fortemente la categoria».
In conclusione, il presidente di Federbalneari invita tutte le sigle a riunirsi intorno allo stesso tavolo: «L’occasione potrebbe essere alla prossima fiera Balnearia di Carrara, per incontrare la politica sia in un’assemblea unitaria sia con incontri ristretti, al fine di concertare alcune valutazioni comuni. Credo che la politica sia stanca di questa pseudo-rappresentanza balneare, e che ci chieda di concentrarci a determinare un unicum di idee e proposte. La regola romana del “dividi et impera” è sempre valida, sta a noi capirlo. Solo se si riuscirà a stare uniti e con una visione ampia e imprenditoriale sulla valorizzazione della qualità e del made in Italy balneare, si potrà sperare in un futuro. Altrimenti, dopo questi quindici anni, ci saranno solo vendite e i prossimi balneari saranno i cinesi».
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