di Alex Giuzio
Il Partito democratico continua a portare avanti l’idea di istituire le evidenze pubbliche delle concessioni balneari secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, e questa volta lo fa con una risoluzione presentata dal deputato Emanuele Lodolini (nella foto) in VI Commissione Finanze.
La risoluzione, presentata ieri e il cui testo integrale è disponibile cliccando qui, prende atto che «dal 1° gennaio 2016 le concessioni demaniali non potranno più essere rinnovate automaticamente (non valendo più il diritto di insistenza), ma dovranno essere oggetto di un bando con procedura di evidenza pubblica alla scadenza temporale di ogni concessione», e che «permane una fase di incertezza che potrebbe essere superata attraverso l’istituzione di una cabina di regia che, sotto la guida della Presidenza del Consiglio con la presenza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Ministro dell’economia e delle finanze e dell’Agenzia del demanio, favorisca e finalizzi il confronto con le categorie e le rappresentanze istituzionali coinvolte».
Per questo, Lodolini chiede al governo di impegnarsi per giungere a un testo di legge che «per quanto riguarda le gare per le concessioni demaniali, da soli o in associazione volontaria, si bandiscano le gare col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa».
Queste le basi individuate da Lodolini per la nuova legge: «a) il diritto al concessionario uscente, da parte del concessionario subentrante, di un indennizzo determinato sulla base di una valutazione dei beni non integralmente ammortizzati, degli investimenti effettuati e del valore commerciale di mercato della impresa; b) che non si possa fare ricorso all’istituto dell’avvalimento; c) che sia valutata l’esperienza acquisita nel tempo e il valore dei profili professionali e del piano occupazionale; d) che sia valutato il piano economico e finanziario di copertura degli investimenti e di annessa gestione; e) che non si possano acquisire più di due (ad esempio) concessioni sia direttamente che indirettamente; f) che sia valutata la coerenza della offerta col piano spiaggia; a dare incarico alle prefetture di tenere un elenco aggiornato dei concorrenti con l’elaborazione di una white list che consenta di prevenire eventuali tentativi di infiltrazioni criminali;»
Questi punti rispecchiano esattamente quelli delle pericolose bozze di legge circolate nei mesi scorsi e rigettate dai sindacati balneari, poiché non tenevano conto degli anni di investimenti effettuati dagli attuali concessionari, che con un testo del genere sarebbero cancellati in un colpo solo.
Proprio alla luce di queste informazioni, le associazioni di categoria hanno chiesto più volte l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto per giungere a una legge condivisa che eviti le aste degli stabilimenti balneari e individui un’adeguata proroga. Ma il governo finora ha concesso solo sporadici appuntamenti che, a quanto pare dalla risoluzione di Lodolini, non gli hanno fatto cambiare idea sui propri intenti.
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