«Sono al vaglio della V commissione bilancio della Camera alcuni emendamenti all’articolo 182 del “decreto rilancio” volti a risolvere l’annosa problematica dei concessionari demaniali pertinenziali italiani». Lo annuncia in una nota Bartolo Ravenna, portavoce del Coordinamento concessionari pertinenziali. Gli emendamenti segnalati sono firmati dai deputati Buratti (Pd), Ripani, Gelmini, Bergamini, Mandelli, Occhiuto (Forza Italia), Raffaelli, Di Muro, Andreuzza, Binelli, Colla (Lega), ovvero una forza di maggioranza e due di opposizione, «sono tutti compatibili tra loro e hanno analogo contenuto riguardante il pregresso con la riaperture dei termini della definizione agevolata del contenzioso, il presente con la sospensione delle decadenze, il futuro con l’abrogazione degli Omi», sottolinea Ravenna.
Tali emendamenti rappresentano una scrematura di ben 33 simili presentati dalle forze di maggioranza e opposizione (Pd, M5S, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva). Il Coordinamento pertinenziali ha pubblicato un dossier con i testi integrali di tutti gli emendamenti segnalati.
«La legge 296/2006 introdusse i criteri Omi (Osservatorio mercato immobiliare) per la determinazione dei canoni relativi a pertinenze demaniali, cioè i beni in muratura realizzati sul demanio marittimo e poi incamerati dallo Stato», afferma Bartolo Ravenna ripercorrendo l’annosa vicenda dei concessionari pertinenziali. «La norma equiparò il canone demaniale agli affitti commerciali, determinando un incremento sino al 3000%, e i concessionari pertinenziali si trovarono da subito in ginocchio, essendo già gravati da ingentissimi costi di manutenzione straordinaria del bene e dall’Imu che un inquilino di solito non paga. Si innescò una perversa spirale di arretramento nel pagamento dei canoni che indusse i pertinenziali da un lato a promuovere dei contenziosi avverso le ingenti richieste, e dall’altro a richiedere l’abrogazione dei criteri Omi».
«Solo dopo sette lunghi anni di azioni giudiziarie e disperati appelli, la politica riconobbe l’ingiustizia della norma quando, con la legge 147/2013, si impegnò a riordinare la materia e nelle more approvò all’unanimità con la definizione agevolata del contenzioso pendente sui canoni Omi», prosegue l’avvocato Ravenna. Tuttavia, «dopo ulteriori sette anni la materia non è stata riordinata e il problema dei maxicanoni sta decimando i pertinenziali, colpiti da cartelle esattoriali, pignoramenti e decadenze concessorie, e molti di essi sono stati costretti a riconsegnare le chiavi dei beni (un esempio tra tutti è lo storico Politeama di Viareggio, che ha chiuso dopo 150 anni perché impossibilitato a far fronte a una richiesta di canone annuale di circa 200.000 euro). Nel frattempo la politica, piuttosto che provvedere al “riordino della materia”, si è limitata a sospendere dal 1° gennaio 2020 al 30 settembre 2020 il pagamento dei canoni pertinenziali (art. 34 D.L. 162 del dicembre 2019), e seppure nella vigenza della sospensione dei pagamenti sino al 30 settembre 2020, le amministrazioni continuano a dichiarare la decadenza dalle concessioni. Sopraggiunge poi inaspettata l’emergenza Covid-19 che si infrange su una categoria già agonizzante. La politica da anni unanimemente riconosce l’ingiustizia, ma continua a rimanere silente mentre la categoria è sempre più prossima alla resa».
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