Attualità

L’appello dei pertinenziali ai sindacati: ‘Chiediamo un atto concreto’

Il Coordinamento dei balneari pertinenziali invita le associazioni nazionali a prendere una posizione chiara a favore del salvataggio delle loro imprese.

di Alex Giuzio

«Le associazioni balneari ci dicano se sono dalla nostra parte, ma non con le solite parole, bensì con un atto concreto». L’esortazione arriva dal Coordinamento concessionari pertinenziali, che hanno inviato ieri una lettera-appello ai sindacati di categoria. Già, perché i continui slittamenti della riforma delle concessioni balneari sono motivo di preoccupazione per tutti gli imprenditori di spiaggia, ma i pertinenziali in particolare sono con l’acqua alla gola. Si tratta dei circa 300 concessionari a cui nel 2007 sono stati applicati i valori Omi, facendo schizzare i loro canoni a cifre di centinaia di migliaia di euro e rendendoli impossibili da pagare. Un problema che ogni tanto passa purtroppo in secondo piano, e per questo il Coordinamento concessionari pertinenziali ha invitato le associazioni balneari a uscire allo scoperto.

«Stiamo veramente arrivando al ridicolo – afferma il Coordinamento dei pertinenziali – da due anni tutto l’arco parlamentare spinge per eliminare questa ingiustizia, l’Agenzia del demanio vuole la riforma, il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha il ddl pronto per poi iniziare a contrattarlo, l’Anci è perfettamente in linea con posizioni ancora più soddisfacenti delle nostre, i sindacati spendono sempre parole in nostro favore… quindi non comprendiamo come mai la riforma non sia stata già fatta e vorremmo capire chi non ha intenzione di farla. Tutti sanno che siamo congelati fino al 30 settembre 2016 e tutti sanno che la Corte europea si esprimerà in autunno. Non abbiamo più tempo».

L’ingiustizia subìta dai pertinenziali è stata riconosciuta dal Consiglio superiore dei lavori pubblici (sentenza n.84/2011 del 21 settembre 2011) e ogni anno le decadenze delle loro concessioni vengono sospese, proprio perché ingiuste. Il problema è che l’attuale governo intende risolvere la questione nell’ambito del riordino generale delle concessioni balneari, che metterà mano anche alla disciplina dei canoni, eliminando le attuali disparità. Ma questa riforma continua a essere rimandata di anno in anno, lasciando i pertinenziali con la minaccia di perdere le proprie imprese. L’ultima sospensione concessa dal Milleproroghe scadrà infatti a fine settembre.

Proprio per riaccendere l’attenzione su questo problema, il Coordinamento concessionari pertinenziali ha inviato la sua lettera aperta ai presidenti dei sindacati Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Cna Balneatori, Assobalneari-Confindustria e Federbalneari, che riportiamo integralmente qui di seguito. La questione è più che mai urgente, e l’appello dei pertinenziali serve a sensibilizzare nuovamente tutti i balneari italiani e a far capire che, nella generale situazione disastrosa, c’è una minoranza che ha problemi molto più gravi degli altri.

 

Cari Presidenti,

vi invitiamo a valutare con un’attenzione particolare queste nostre riflessioni. Nessuno meglio di voi sa che dal 2007 è stata commessa un’ingiustizia: tutti sappiamo come sono andate le cose, sappiamo dei tentativi fatti e siamo consapevoli che soprattutto spendendo parole le sigle sindacali ci hanno sostenuto solidarizzando e con molte parole sicuramente sentite.

Sappiamo che anche voi ritenete necessaria la riforma, conosciamo le differenze che ci sono nel merito della riforma, abbiamo ascoltato e apprezzato le vostre proposte di "Tassa di solidarietà" anche se per noi sarebbe più giusto chiamarlo "Contributo per compensazione".

Ormai è tutto chiaro tranne una cosa, magari non determinante ma sicuramente importante: siete convinti che le nostre imprese, le nostre famiglie meritino di essere salvate, sì o no? Ovviamente non ci aspettiamo una risposta positiva senza una dimostrazione finalmente chiara e senza interpretazioni.

Per questo siamo qui a chiedervi di risponderci con un atto concreto che per noi si traduce in un comunicato stampa, della vostra sigla sindacale o in maniera congiunta tra tutti voi senza divisioni di nessun genere (per noi soluzione migliore), che contenga i seguenti aspetti.

  1. Apparire in maniera chiara che siete favorevoli allo stralcio dell’art. 6, la riforma dei canoni dalla complessiva o quantomeno che non siete contrari;
  2. Una richiesta di incontro urgente al sottosegretario Pier Paolo Baretta e all’Agenzia del Demanio per entrare nel merito della riforma dei canoni.
  3. Tavolo di lavoro sulla questione riforma dei canoni.

Comprendiamo la vostra dovuta attenzione al dramma dell direttiva Servizi ed è per questo che siamo costretti a richiamare attenzione. Ovviamente non pretendiamo che voi condividiate la nostra richiesta, ma siccome manca solo questo tassello, la chiarezza in questo momento è per noi indispensabile.

Se la sigla che rappresentate non condividerà la necessità di fare un comunicato stampa noi non faremo altro che prenderne atto, consapevoli che sono posizioni altrettanto legittime; ma se invece condividerete tale necessità e contenuti, allora fatelo urgentemente.

Noi come sempre siamo per il dialogo, a volte duro ma sempre con il rispetto del pensiero altrui, pertanto approfittiamo per chiedervi di verificare insieme se esiste la possibilità di trovare una posizione unitaria sulle proposte di riforma dei canoni. Noi nel nostro piccolo siamo a disposizione.

Questa nostra richiesta ha come obbiettivo quello di togliere il dubbio che le sigle sindacali non vogliano la riforma dei canoni, lasciando solo al governo la responsabilità del non legiferarla, un atto concreto che dimostri una volta per tutte che siete per risolvere immediatamente il problema.

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