Attualità Norme e sentenze

L’Antitrust è a favore delle aste

L'Authority boccia l'assegnazione di nuove concessioni in Abruzzo a chi ha già uno stabilimento, cogliendo l'occasione per ribadire l'importanza di rispettare la Bolkestein

di Alex Giuzio

L’Antitrust italiano è a favore delle aste delle spiagge, e contesta l’istituzione di nuove concessioni. Nella calura di fine agosto, ai balneari arriva come una doccia fredda il parere dell’Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella (nella foto), il cui potere decisionale è molto influente grazie agli ampi poteri conferitigli dal decreto salva Italia.

Lo scorso 9 agosto l’Antitrust ha inviato un parere al comune di Roseto degli Abruzzi (Teramo), reso noto solo ieri, in cui si afferma che «i diritti di utilizzo del demanio marittimo devono essere assegnati con procedure concorsuali trasparenti e competitive». Evidenze pubbliche per le spiagge, insomma, proprio come desidera l’Unione Europea contro il parere di tutti i comuni, le province e le regioni d’Italia, che da mesi stanno pressando il governo Monti affinché risolva il problema aperto dalla direttiva Bolkestein. Ma il parere dell’Antitrust pubblicato ieri è un grande punto a svantaggio dei concessionari balneari.

La decisione dell’Autorità garante per la concorrenza è maturata in seguito alla serie di delibere con cui l’amministrazione di Roseto, lo scorso 25 maggio, ha dato il via per il rilascio delle autorizzazioni amministrative per «la gestione di aree demaniali marittime contigue a quelle già asservite, in regime di concessione, ai concessionari richiedenti», come spiega la nota inviata dall’ente di Pitruzzella. Questa decisione è stata contestata dall’Authority perché ha limitato la concorrenza, in quanto presa «senza ricorrere ad alcuna forma di selezione pubblica, trasparente e non discriminatoria», e dunque «ha ampliato ingiustificatamente l’estensione delle aree demaniali marittime già oggetto di concessione a beneficio degli attuali concessionari istanti».

Tutto ciò perché, secondo l’Antitrust, «le concessioni demaniali marittime devono essere assegnate con procedure concorsuali trasparenti e competitive» e «l’esercizio della discrezionalità amministrativa nella scelta dei concessionari deve conformarsi ai principi comunitari della parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità», proprio come afferma la Bolkestein tanto contestata dai balneari, che vedono invece questa direttiva come uno strumento per espopriare le loro aziende e venderle ai grandi gruppi economici.

Il parere dell’Antitrust si conclude così: «La selezione del concessionario demaniale dovrebbe essere sempre informata a criteri oggettivi, trasparenti, non discriminatori e concludersi con un provvedimento adeguatamente motivato». Proprio ciò che non avrebbe fatto l’amministrazione di Roseto degli Abruzzi, assegnando le nuove concessioni a chi concessionario era già, danneggiando i potenziali concorrenti che non hanno potuto beneficiare di una gara.

Ora il comune abruzzese ha 60 giorni di tempo per adeguarsi alla disposizione dell’Antitrust. In un periodo teso come questo, l’errore di Roseto non ci voleva: assegnando un privilegio agli attuali balneari, ha dato occasione a un influente ente di redigere un parere che ora peserà sulle decisioni del governo Monti, al lavoro in questi giorni per promulgare un decreto di regolamentazione delle concessioni entro settembre. Vista la situazione, per le spiagge arriverà forse il momento di chiudere di nuovo gli ombrelloni.

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