«Il governo estragga i dati necessari a dimostrare che sulle spiagge italiane c’è posto per tutti, senza che le attuali imprese balneari debbano andare alle evidenze pubbliche». È il messaggio lanciato da Cristiano Tomei, coordinatore Cna Balneatori, in vista delle audizioni di oggi che proseguiranno l’indagine conoscitiva della Camera dei deputati sull’entità dei litorali già assegnati in concessione e di quelli liberi.
Alle 13.30, infatti, le commissioni VI “Finanze” e X “Attività produttive, turismo e commercio” riceveranno il direttore generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Enrico Maria Pujia, nell’ambito dell’esame dei progetti di legge sul riordino delle concessioni balneari. Intendendo il governo istituire le evidenze pubbliche degli stabilimenti balneari dopo un periodo transitorio, risulta fondamentale sapere a quanto ammontano le coste ancora libere e assegnabili in concessione, prima di liberalizzare quelle esistenti, secondo la strategia del “doppio binario” che è tra i cavalli di battaglia delle associazioni degli imprenditori balneari. La scorsa settimana l’Agenzia del demanio, ricevuta in audizione, ha affermato di non essere in possesso di questi dati (vedi notizia), e per questo è stata convocata l’audizione del dirigente del Mit, nel quale è confluito l’ex Ministero della marina mercantile che fino all’anno 2000 era in possesso di tutti i dati nazionali relativi alle concessioni demaniali marittime.
«Questa nuova audizione è molto importante per acclarare che la risorsa spiaggia in Italia non è scarsa», sottolinea Tomei. «A tal fine riteniamo altresì fondamentale che il governo vari un documento cronoprogrammatico per le 15 Regioni costiere e i relativi Comuni che insistono sulle coste, affinché si possa ottenere un dato fondamentale e presentarlo all’Europa: quante sono, cioè, le spiagge che possono essere assegnate nei prossimi 30-40 anni. Noi come Cna Balneatori abbiamo già fatto la nostra parte, con un appello a tutti i sindaci dei Comuni costieri, ma ancora non tutti hanno risposto».
«Ottenere questo dato certo ci farebbe raggiungere tre risultati fondamentali: ufficializzare che la risorsa spiaggia non è scarsa, affermare che c’è spazio per nuove iniziative imprenditoriali sulla costa senza bisogno di mandare all’evidenza pubblica quelle esistenti, e garantire la continuità aziendale degli attuali stabilimenti balneari almeno per i prossimi 30-40 anni».
«Ovviamente le nuove concessioni non dovranno essere assegnate tutte in una volta – precisa infine Tomei – bensì in modo graduale, come fatto negli ultimi cinquant’anni. E occorrerà nel frattempo lavorare in Europa per verificare l’effettiva inerenza della direttiva Bolkestein sul comparto balneare italiano. Questi sono i temi su cui Cna Balneatori si impegnerà a partire dai prossimi giorni».
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