È stata una giornata di violente mareggiate, quella che ha sferzato i litorali italiani lo scorso venerdì 27 ottobre, sia sul versante adriatico che su quello tirrenico. Friuli Venezia Giulia, Veneto e Toscana sono state le regioni più colpite dalle onde, alimentate da un forte vento di scirocco che ha toccato gli 80 chilometri orari. In particolare, a Trieste uno stabilimento balneare è stato purtroppo completamente distrutto dalle onde (nella foto): si tratta del noto Bagno da Sticco, nella zona di Barcola, dove il mare grosso ha divelto le strutture che assicuravano il mantenimento dei manufatti sugli scogli e lungo la strada, oltre a sfasciare gli arredi e le attrezzature.
«Tutto è andato distrutto: uno scenario mai visto prima», ha raccontato all’Ansa Francesco Minucci, uno dei soci del Bagno da Sticco. Lungo il tratto dello stabilimento balneare triestino, le onde si sono abbattute senza sosta tutta la mattina, trascinando in acqua sdraio, sedie e altri oggetti che erano custoditi nello stabilimento.
Molto grave anche la situazione nel Veneto orientale: da Jesolo a Bibione, passando per Caorle, sono stati segnalati diversi fenomeni di erosione dell’arenile. La mareggiata, che nella mattinata di venerdì in Alto Adriatico ha toccato un livello di circa 130 centimetri, a Jesolo ha colpito soprattutto il litorale est, sommergendo tutta la spiaggia, abbattendo circa cento metri lineari della duna artificiale innalzata per la protezione invernale e arrivando fino al lungomare. L’associazione locale Federconsorzi Arenili ha stimato circa cinquemila metri cubi di sabbia erosi. Anche a Bibione il mare si è spinto in alcuni tratti fino al livello della strada, divorando la duna su tutta la lunghezza dell’arenile da est a ovest, mentre a Caorle la mareggiata ha asportato la sabbia dal litorale di ponente.
Altrettanto preoccupante la situazione sul litorale tirrenico. In Toscana l’area più colpita è stata la costa di Massa, con la mareggiata devastante soprattutto nelle frazioni di Ronchi e Poveromo. A Ronchi il mare ha superato l’arenile entrando nelle strutture dei bagni Palmo Mare ed Europa, ma in quasi tutti gli stabilimenti l’acqua è arrivata a lambire le cabine; mentre nella zona tra i lidi Don Gnocchi e Marchini, le onde sono arrivate fino alla strada. Anche a Poveromo in alcuni stabilimenti l’acqua è arrivata alle paratie di protezione, in certi casi raggiungendo le verande dei punti ristoro. «È un disastro», ha riferito al Tirreno Angela Trespidi del bagno Marchini. «Stanotte il mare non solo ha distrutto la paratia messa a protezione della struttura, ma ha danneggiato irrimediabilmente un paio di cabine in cemento che potrebbero cadere. Una di queste è già rotta ed entrambe sono in pendenza. Si è poi creato un buco enorme sotto la struttura della veranda vicino al bar. Nei pressi delle cabine di cemento si è creato un corridoio vuoto enorme».
Commenta Itala Tenerani, presidente del Consorzio Balneari Massa: «La mareggiata ha avuto la stessa intensità di quella del 2018 che fece danni in tutta la costa toscana, solo che in questi cinque anni il litorale è più danneggiato, quindi il fenomeno meteo marino è stato ancora più devastante. In questi anni, infatti, il mare si è portato via un enorme quantità di metri cubi di litorale. L’appello che solleviamo è sempre lo stesso: intervenire il prima possibile per preservare e tutelare l’ambiente e tutte le attività economiche legate al turismo balneare. Come abbiamo già detto, i tempi della natura non aspettano i tempi dell’uomo. Rinnoviamo l’appello alle istituzioni affinché non si dimentichino del litorale massese. Noi operatori balneari siamo disponibili a collaborare e a confrontarci per trovare soluzioni che possano frenare l’erosione e garantire un futuro alla nostra costa».
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