di Alex Giuzio
Il ministro al turismo Piero Gnudi andrà a Bruxelles martedì 6 novembre per discutere in commissione europea la sua bozza di decreto legge (leggila qui) che vuole mettere gli stabilimenti balneari italiani a evidenza pubblica, assegnando concessioni dai 6 ai 25 anni e riconoscendo un minimo indennizzo agli attuali imprenditori. Si tratta di un’interpretazione molto stretta della direttiva europea Bolkestein: espropriando trentamila aziende, il decreto di Gnudi se applicato sconvolgerà il turismo balneare del nostro paese, da sempre fondato sulla piccola impresa familiare.
In particolare, è con la riforma delle coste attuata di recente dal governo spagnolo che Gnudi si dovrà confrontare: in Spagna le concessioni sono state prolungate di 75 anni, con l’approvazione dell’Unione europea (vedi notizia). Il nostro ministro al turismo ha dunque perso la scusa, più volte ripetuta ai balneari italiani, che «le evidenze pubbliche sono imposte dall’Europa». La sua bozza di decreto, proprio alla luce della riforma spagnola, è infatti stata rifiutata non solo dai sindacati di categoria, ma anche da tutte le forze politiche (vedi notizia), costringendo Gnudi a rimandarne la presentazione in parlamento: prima è necessario un confronto con l’Europa, fino adesso mai effettuato dal governo Monti sul tema delle concessioni demaniali.
Ma i balneari italiani hanno imparato a non fidarsi del ministro al turismo, che da più di un anno si muove tra dichiarazioni generiche e promesse mai mantenute. Il confronto a Bruxelles, ad esempio, era stato più volte annunciato da Gnudi, che però non lo ha mai portato avanti. E martedì, quando andrà per la prima volta, ancora non si sa cosa dirà ai tecnici europei per argomentare il proprio decreto. Ma viste le posizioni assunte fino a oggi da Gnudi, è probabile che egli non tutelerà gli interessi degli attuali imprenditori balneari, i quali dopo decenni di ingenti investimenti si stanno vedendo portare via la propria azienda senza nemmeno ottenere un adeguato riconoscimento.
Per questo Luciano Monticelli, delegato al demanio marittimo dell’Anci, ha chiesto al ministro di partecipare all’incontro di Bruxelles: la sua è infatti una voce da sempre a tutela delle ragioni dei balneari. Così recita la lettera inviata ieri da Monticelli a Gnudi: «Onorevole ministro, con riferimento all’incontro preannunciato dal governo presso la Commissione europea, che riguarderà l’eventuale applicazione della direttiva 2006/123/CE sulle concessioni demaniali marittime, si chiede di estendere la partecipazione all’incontro al sottoscritto in rappresentanza degli enti territoriali. Tale richiesta scaturisce dalla constatazione dell’importanza che la questione riveste per lo sviluppo locale del settore turistico balneare. Fiducioso di un positivo riscontro, vi porgo i miei più cordiali saluti». Monticelli ha inoltre suggerito ai sindacati balneari di inoltrare la medesima richiesta a Gnudi, e Cristiano Tomei, coordinatore di Cna Balneatori, è stato il primo ad approvare l’iniziativa di Monticelli: «Tale idea, peraltro, risale al direttivo nazionale di Cna Balneatori dello scorso 23 ottobre, contemporaneo alla pubblicazione dello schema di decreto. In quella sede abbiamo anche ipotizzato di organizzare con i nostri partners sindacali un "balneari day" da tenere contestualmente nelle principali piazze d’Italia. Di queste proposte facciamo partecipi le sigle sindacali con cui lavoriamo, certi che insieme si raggiungerà un’intesa unitaria. L’appoggio istituzionale di Regioni, Province e Comuni è per noi un fondamentale punto di forza, così come l’imprescindibile unitarietà sindacale».
Mauro Di Dalmazio, coordinatore degli assessori regionali al turismo, si è invece detto pronto a recarsi a Bruxelles anche se non verrà invitato da Gnudi: «Abbiamo fatto partire una richiesta affinché il governo non vada da solo in Europa, per cui accompagneremo il governo, se ce lo consentirà. Altrimenti, andremo lo stesso. È necessario fare i salti mortali per capire come si possono salvaguardare le oltre trentamila imprese balneari e il turismo italiano. Quindi si deve andare in Europa e fare una battaglia, lasciando momentaneamente da parte il decreto del ministro».
Nel frattempo, i balneari toscani del Comitato salvataggio imprese e turismo stanno ragionando sull’eventualità di organizzare un presidio a Bruxelles. Ma un’altra manifestazione necessaria sarebbe da tenere in Italia, precisamente a Bologna sotto la sede della Regione Emilia-Romagna: una posizione nettamente a favore dei balneari da parte del governatore Vasco Errani e del suo assessore al turismo Maurizio Melucci, fino a oggi ancora troppo ambigui, potrebbe fare la differenza davanti al governo.
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