Lasciare ai Comuni, anziché allo Stato, gli introiti dei canoni sulle concessioni demaniali marittime. È la proposta del presidente del Sib-Confcommercio Abruzzo Riccardo Padovano, che ha rivolto un appello all’Anci. «Fino al 2001 la gestione del demanio marittimo è stata sempre amministrata prima dal Ministero della marina mercantile e poi da quello delle infrastrutture, ed era giusto che i canoni andassero allo Stato. Dopo il 2001 però, con il trasferimento delle competenze in materia dallo Stato alle Regioni, sono entrati in gioco i Comuni che hanno grosse responsabilità, perché sono tenuti a tenere e gestire il territorio demaniale nonché a dirimere i contenziosi. Ma per tutto ciò, il riconoscimento per l’ente locale è pari a zero», argomenta Padovano.
«Il canone che gli stabilimenti balneari pagano va allo Stato e quindi l’attività amministrativa che i Comuni portano avanti non è di fatto riconosciuta con un corrispettivo», insiste il presidente del Sib. «I Comuni hanno peraltro l’obbligo di garantire la fruizione delle spiagge libere per molti chilometri, tenendole pulite e sicure anche nel periodo invernale, quando c’è il materiale spiaggiato da togliere. Per fare questo le amministrazioni locali non hanno risorse e perciò chiedono spesso l’aiuto dei titolari degli stabilimenti balneari. Per questo, sarebbe più giusto che gli introiti dei canoni andassero direttamente nelle casse dei Comuni».
Padovano ha rivolto un appello all’Anci «affinché si attivi col governo per arrivare alla risoluzione del problema, facendo sì che il canone demaniale venga devoluto interamente agli enti locali: così facendo, si permetterebbe loro di attrezzare le spiagge libere, prevedere il salvamento, gestirle e garantire la pulizia e la manutenzione in caso di mareggiate. Nella prossima finanziaria il governo potrebbe attuare questa modifica e delegare la gestione delle spiagge libere ai Comuni».
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