Attualità

‘Entropia demaniale? Sono tutte illazioni’

Riceviamo da Piero Bellandi (commercialista, tecnico e consigliere nel direttivo nazionale Sib-Confcommercio) una risposta alle critiche sollevate ieri dall'ing. Ruggieri contro gli imprenditori balneari.

di Piero Bellandi

Vorrei rispondere alle considerazioni dell’ing. Ruggieri pubblicate ieri da Mondo Balneare (vedi articolo) ricordando che sul demanio marittimo esiste una complessa stratificazione normativa.

Nel mio ruolo di tecnico sono scientificamente orientato a occuparmi del diritto esistente, del de iure condita, cioè della situazione legislativa in vigore in questo momento sulle concessioni demaniali marittime. Che ha i seguenti punti fermi:

  • L’articolo 37 del Codice della navigazione, che prevede che alla scadenza della concessione si proceda con l’evidenza pubblica (dato che il rinnovo automatico della concessione è stato abrogato per uscire dalla procedura di messa in mora avanzata dall’Unione europea);
  • L’articolo 1, comma 18 del decreto legislativo n. 194 del 30 dicembre 2009, convertito nella legge n. 25 del 26 febbraio 2010, la cui attuazione viene esplicata dalla circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per i porti in data 6 maggio 2010, su cui la Commissione petizioni dell’Unione europea, anche riprendendo l’orientamento della precedente Commissione alla concorrenza, ha stabilito che l’estensione delle concessioni attualmente esistenti a fronte di programmi di investimento non è incompatibile con il diritto dell’Unione europea.

Questi sono gli unici fatti certi. Tutto il resto – definito “entropia demaniale” nell’articolo in questione – sono pure illazioni. Semmai, l’entropia la sta causando il governo italiano annunciando periodicamente la riforma del demanio marittimo senza mai realizzarla. Prima iniziano a lavorare su una bozza, poi la rallentano, poi convocano le associazioni di categoria… provocando tanto rumore per nulla.

L’unico problema che si è posto in questo momento per le imprese balneari è che i ricorsi dei nostri organi di giustizia amministrativa (Tar Lombardia, Tar Sardegna e Consiglio di Stato), rimandando alla Corte di giustizia europea la problematica della proroga al 2020, mettono in discussione la vigenza delle attuali concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo oltre la scadenza del 31 dicembre 2015. Infatti, se la Corte di giustizia europea si pronunciasse in contrarietà a questa proroga, le concessioni scadrebbero il 31 dicembre 2015 – che è il precedente termine già concordato con l’Europa a fronte dell’impegno al riordino (mancato però dal governo italiano, e non certo dai balneari).

Per cui, come è fatto certo, rimane il mese di dicembre per decidere se chiedere, sulla base di programmi di investimento da effettuare o già effettuati, l’allungamento della concessione per il tramite della rinuncia alla cd. concessione-licenza e il passaggio all’atto formale.

Questa è la situazione attuale. De iure condendo, lascio l’iniziativa al confronto tra le organizzazioni di categoria e il governo – confronto che purtroppo, mi pare di capire, si sia arenato.

Piero Bellandi è commercialista, tecnico e consigliere nel direttivo nazionale Sib-Confcommercio

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