Attualità

Elezioni europee: un voto fondamentale per i balneari

Le posizioni di alcuni candidati italiani in merito alla direttiva Bolkestein, che minaccia la scomparsa degli stabilimenti balneari

di Alex Giuzio

Le elezioni europee si avvicinano, e per la categoria degli imprenditori balneari si tratta di un evento fondamentale per il loro futuro. Il prossimo 25 maggio, oltre a votare i 73 eurodeputati italiani, recarsi alle urne significherà esprimere la preferenza per il candidato alla presidenza della Commissione europea: per la prima volta, gli stati membri dell’Ue dovranno tenere conto della maggioranza espressa dal popolo nell’eleggere il successore di José Manuel Barroso.

Sui 13 partiti politici in corsa alle elezioni europee, 5 di questi hanno nominato un candidato:

  • il Partito Popolare Europeo (PPE) ha nominato Jean-Claude Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell’Eurogruppo;
  • il Partito Socialista Europeo (PSE) ha candidato Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento europeo;
  • i Liberali e Democratici hanno optato per Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e attuale leader del gruppo dei Liberali al parlamento europeo;
  • i Verdi hanno nominato una coppia di deputati, il francese José Bové e il tedesco Ska Keller;
  • la Sinistra Europea ha proposto Alexis Tsipras, leader del partito greco SYRIZA.

La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che riguardano da vicino le spiagge italiane, dal mercato unico alla difesa ambientale delle coste. Il parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’Ue.

Per gli imprenditori balneari italiani, colpiti dalla minaccia delle evidenze pubbliche delle loro concessioni demaniali, originata proprio dalla direttiva europea Bolkestein, andare a votare significherà insomma avere la possibilità di ottenere un nuovo approccio nei confronti del loro problema. Finora l’Unione europea, soprattutto con il commissario al mercato interno Michel Barnier, è stata piuttosto chiusa nei confronti degli stabilimenti balneari italiani, ignorando i continui appelli della categoria a derogare una direttiva che non teneva conto delle specificità italiane del settore turistico balneare. Con le evidenze pubbliche, infatti, si rischia di mettere sul mercato delle realtà imprenditoriali tipiche e basate sulla gestione familiare, per darle in pasto ai grandi gruppi economici che snaturerebbero le nostre coste.

È noto che l’assenza di una reale opposizione nei confronti di questa minaccia è in realtà responsabilità dei vari governi italiani, da Monti a Letta, che nulla hanno mai fatto per tentare di cambiare il corso degli eventi. E così, oggi 30 mila stabilimenti balneari hanno la tagliola del 31 dicembre 2020, quando le concessioni demaniali scadranno e, se non arriverà un riordino della materia, saranno messe a evidenza pubblica.

L’ultima legge di stabilità ha fissato al 15 maggio 2014 il termine entro il quale il governo dovrebbe varare una riforma del demanio marittimo, ma la caduta di Letta ha ritardato i tempi, impedendo a Renzi, appena instaurato, di avere il tempo materiale per studiare la questione e risolverla.

È dunque molto probabile che toccherà al Parlamento europeo esprimersi su una questione così scottante e darle una svolta: d’altronde, è a Bruxelles che si prendono le decisioni più importanti sul futuro degli Stati membri. Per questo è fondamentale recarsi alle urne del 25 maggio per tutti gli operatori balneari italiani.

Tra i partiti italiani in corsa per le elezioni europee, alcuni di questi hanno delle posizioni esplicite a favore degli attuali concessionari di spiaggia. Se ne riporta qui di seguito un excursus, senza la pretesa di esaustività: dei partiti mancanti non si è trovato materiale adatto a esplicitare le loro posizioni in merito al demanio marittimo.

Innanzitutto occorre citare il Centro Democratico, che corre con Scelta Europea a sostegno di Guy Verhofstadt. Un suo candidato per la circoscrizione centrale (Marche-Umbria-Toscana-Lazio) è il senigalliese Enzo Monachesi, già presidente regionale del Sindacato italiano balneari – Confcommercio, da anni in prima linea nella lotta per i diritti degli imprenditori di spiaggia, che ha promesso di proseguire anche a Bruxelles. Dal 2000 Monachesi gestisce uno stabilimento balneare a Senigallia, perciò conosce molto bene le problematiche del settore. «Io andrò e farò, se me ne sarà data la possibilità, per reagire e agire in Europa – ha dichiarato Monachesi – perché la presenza italiana dei politici è stata impercettibile in questi anni e questa è l’Europa che non vogliamo più. Sono concreto nel lavoro e penso di avere portato un concetto vero di imprenditoria balneare nel mio territorio e non solo. Oggi rispetto a 10 anni fa si tratta di vere aziende, mentre prima gli stabilimenti non avevano neache i servizi minimi, dai bagni fino alle facilitazioni per i disabili. Ci siamo evoluti e qualche merito a riguardo me lo voglio prendere». E aggiunge in una lettera destinata ai colleghi: «Dopo alcune iniziali incertezze, ho accolto l’invito di Centro Democratico a candidarmi alle prossime elezioni per il Parlamento europeo. La mia è una candidatura in rappresentanza di una categoria così colpita dalle ambiguità della politica europea, che con la direttiva Servizi sostiene l’idea assurda di poter mettere in discussione la legittimità e la continuità delle aziende, frutto del lavoro nostro e delle nostre famiglie. Dovete sapere che l’obiettivo è a portata di mano, perchè noi balneari siamo tanti e perchè, nella circoscrizione elettorale del Centro Italia (Marche, Umbria, Lazio e Toscana) sono l’unico candidato della lista Scelta Europea. Basteranno 9.000 voti. Se saremo uniti raggiungeremo l’obiettivo di avere un balneare al Parlamento europeo che vorrà, con la determinazione di cui solo noi siamo capaci, affermare le ragioni delle imprese balneari italiane».

Un altro candidato che conosce da vicino la questione balneare italiana è Carlo Fidanza, in corsa con Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale. Fidanza, candidato nella circoscrizione nord-ovest (Liguria-Lombardia-Piemonte-Val d’Aosta), tiene a sottolineare che «in questi anni mi sono speso a sostegno della nostra causa. Dico ”nostra” perché sono orgogliosamente figlio di un italiano onesto, che per tanti anni ha fatto il vostro stesso lavoro, e so cosa vuol dire prendersi cura della spiaggia, investire sulle strutture, cercare ogni anno di migliorare la qualità dell’offerta, destreggiarsi tra mille burocrazie. Se non mi fossi trasferito dalle Marche a Milano forse avrei rilevato l’azienda di famiglia e oggi sarei con voi a protestare per chiedere all’Europa e alla politica il diritto al futuro. Per i casi della vita mi ritrovo dall’altro lato del tavolo, ma faccio questa battaglia come se fossi ancora dal vostro. In questi anni al Parlamento europeo mi sono battuto con voi. È in una mia risoluzione che per la prima volta si parla dei danni causati dalla Bolkestein al settore e all’indotto; ho ospitato delegazioni delle vostre associazioni a Bruxelles; ho sostenuto la nascita di una federazione europea dei balneari; ho partecipato ai tavoli con i ministri per scongiurare le aste; sono stato il primo a sposare in tempi non sospetti la proposta della sdemanializzazione. Soprattutto, non vi ho mai illuso, né preso in giro, né fatto credere che con qualche strano stratagemma vi avrei salvato… e ci ho sempre messo la faccia. La battaglia è ancora in corso e sono convinto che il governo debba vincere le resistenze interne e sedersi al tavolo con l’Ue per pretendere l’esclusione del settore dalla Bolkestein. Siamo stufi di un’Europa burocratica che non riconosce le specificità nazionali e che spalanca le porte a multinazionali senza volto pronte a depredare quel ”petrolio italiano” che ancora ci rimane: il nostro turismo». Sempre con Fratelli d’Italia, ma nella circoscrizione nord-est (Emilia-Romagna Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli), corre anche Magdi Cristiano Allam, altro esponente sempre schierato a favore della piccola imprenditoria balneare italiana.

Per quanto riguarda il Partito Democratico, che alle europee sostiene il PSE di Martin Schulz, un’importante dichiarazione è arrivata proprio ieri da David Sassoli, capodelegazione del Pd al Parlamento europee e candidato nella circoscrizione centrale, durante un tavolo di lavoro a Follonica insieme al presidente nazionale Fiba-Confesercenti Vincenzo Lardinelli. Così si è espresso Sassoli: «Le problematiche connesse all’applicazione della legge Bolkestein sono state scoperte dopo che si era concluso l’iter della legge nella passata legislatura. È stato un classico esempio di come non si deve comportare un Paese se vuole tutelare i propri interessi. L’obiettivo dev’essere un’ampia proroga per consentire al parlamento italiano di regolare il settore e al parlamento europeo di riformare la direttiva europea nella parte che riguarda l’impresa turistico-balneare. Di recente anche la commissaria europea agli affari marittimi, Maria Damanaki, si è pronunciata a favore di una modifica della Bolkestein nella parte che riguarda le spiagge considerando troppi rigidi i vincoli applicati alle concessioni demaniali».

Anche da Forza Italia e dal Nuovo Centrodestra ci sono state delle aperture che non lasciano spazio a dubbi: sembra che la politica italiana si sia finalmente resa conto dell’urgente problema dei suoi stabilimenti balneari. Ora non resta che agire concretamente per risolverlo, e toccherà prima di tutto agli italiani che saranno eletti al parlamento europeo.

© Riproduzione Riservata

Mondo Balneare

Dal 2010, il portale degli stabilimenti balneari italiani: notizie quotidiane, servizi gratuiti, eventi di settore e molto altro.
Seguilo sui social: