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È suonata la campana della morte del turismo balneare per come lo conosciamo

Il Consiglio di Stato ha imposto le gare entro il 2023: è la fine del turismo all'italiana, fatto di relazioni umane e servizi mirati alla persona.

Nessun uomo è un’isola, nessuno è completo in se stesso, perché ogni uomo è una parte del tutto. Scriveva infatti il poeta John Donne: «La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona per te». Ecco, per gli imprenditori balneari la campana è suonata per la morte del turismo balneare come lo conoscevamo: un turismo fatto di rapporti umani, divenuti via via negli anni da commerciali a familiari fra balneari e turisti, da noi accolti con un sorriso. Un sorriso che le recenti notizie ci hanno vergognosamente tolto. In questo triste autunno, insieme alle foglie, cadono infatti le attese e le speranze di una categoria professionale, quella dei balneari: il Consiglio di Stato, in adunanza plenaria, ha deciso che le concessioni balneari sono valide fino al dicembre 2023, dopo di che saranno aggiudicate al migliore offerente.

I magistrati hanno anche specificato che «non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza». Insomma, è la morte del turismo all’italiana, fatto di relazioni umane e servizi mirati alla persona. In altri termini, le aste saranno al rialzo e chi vincerà, avendo dovuto spendere molto, molto chiederà ai suoi bagnanti per recuperare i costi e fare profitto. Tutto ciò metterà in crisi oltre 30.000 imprese con le loro famiglie e i loro addetti che oggi lavorano nel settore turistico balneare, e bloccherà gli investimenti con gravi ripercussioni sul piano delle occupazioni stagionali, visto che nel settore abbiamo dato lavoro a oltre un milione di persone.

Questo significa anche il blocco di eventuali futuri investimenti e l’arrivo di una serie di contenziosi con lo Stato da parte dei balneari. A questo punto infatti le associazioni di categoria faranno i loro ricorsi a tutti i livelli, fino ad arrivare alla Corte di giustizia europea. E in questo problema che coinvolge migliaia di famiglie e lavoratori, si sente solo il rumoroso silenzio di una politica incerta, superficiale, distratta, inadeguata e indecisa a tutto: povera Italia e poveri noi costretti ad affrontare i tribunali con i nostri avvocati e tornare in piazza dopo una vita di onesto e duro lavoro. Tutto ciò per un diritto assurdamente negato.

PS. Di fronte a questa situazione rovente, non sarebbe compito del presidente del consiglio convocare un incontro con i balneari, almeno per ascoltare le loro ragioni e pensare a soluzioni condivise e diverse dalla solita e abituale rapina burocratica dei giusti guadagni di chi onestamente lavora?

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Giuseppe Ricci

Presidente Itb Italia, associazione degli imprenditori turistici balneari con base a San Benedetto del Tronto.