Attualità

Def, spuntano aumento canoni e liberalizzazione concessioni

Balneari in allarme per le posizioni ambigue espresse nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanze.

Il governo Conte punta sull’aumento dei canoni e sulla liberalizzazione delle concessioni demaniali per coprire la riduzione del debito italiano. È quanto emerge dalla nota di aggiornamento del Def, il “Documento di economia e finanze” al centro delle discussioni politiche di questi giorni, che contiene alcune frasi piuttosto importanti per i titolari di stabilimenti balneari.

Il documento di 138 pagine, deliberato lo scorso 27 settembre e pubblicato ieri sul sito del Ministero dell’economia e finanze, nel capitolo dedicato alle concessioni di beni e servizi lamenta che «il denominatore comune è la scarsa redditività delle concessioni per l’Erario. I canoni imposti non sono, in numerosi casi, correlati agli ingenti fatturati e profitti che i beni dati in concessione producono in capo ai concessionari». Di conseguenza, «il governo si propone […] una completa mappatura del fenomeno, finalizzata alla predisposizione di una legge quadro di riordino e valorizzazione dei regimi di concessione […] in cui maggiori proventi generati dalla razionalizzazione delle concessioni potrebbero afferire al Fondo di Ammortamento del Debito Pubblico». Frasi che suonano ancora più ambigue, se condite con quanto il documento afferma sin dalla sua premessa: «Assume particolare rilievo un rinnovato impegno del governo a promuovere la liberalizzazione nei settori ancora caratterizzati da ostacoli alla concorrenza». E sulla Bolkestein, la controversa direttiva europea sulla liberalizzazione dei servizi che ha fatto piombare il settore balneare nella paralisi degli investimenti, l’accenno è solo generico: «Sul piano normativo – afferma il Nadef a pagina 107 – particolare attenzione verrà data alla risoluzione delle problematiche afferenti le concessioni demaniali marittime alla luce della Direttiva Servizi UE».

Tali parole channo portato il Sindacato italiano balneari – Confcommercio a far scattare l’allarme: «Il Def 2018, per quanto ci riguarda, non solo costituisce una occasione mancata per segnare una inversione di tendenza rispetto al passato, ma suscita per i balneari motivi di seria preoccupazione», dice infatti il presidente del Sib Antonio Capacchione in una nota diramata ieri.

«Vi è delusione – prosegue Capacchione – per chi come noi si aspettava l’affermazione dei pilastri istituzionali indispensabili per lo sviluppo economico, come la difesa della proprietà aziendale e la tutela del legittimo affidamento delle imprese che contraggono con la pubblica amministrazione, con un deciso superamento di una visione ideologica assolutizzante delle liberalizzazioni, sinora dominante e causa di precarizzazione non solo del nostro, ma di interi settori economici del paese. Così come vi è perplessità nel verificare, per quanto riguarda il turismo, l’assenza di una rivendicazione chiara e netta della necessità di tutelare la balneazione attrezzata italiana dagli effetti pregiudizievoli della direttiva Bolkestein. A ciò si aggiunga il giustificato allarme per il prospettato aumento degli introiti delle concessioni di beni e servizi».

«In definitiva – conclude il presidente Sib – il Def 2018 sembra contenere una volontà precisa del governo di un incremento delle liberalizzazioni e di un aumento dei canoni demaniali a fronte di una intenzione di risolvere le problematiche delle concessioni marittime assai vaga e, soprattutto, ambigua. Sarebbe stato più chiaro e vincolante almeno riportare quanto sostenuto al punto n. 29 del contratto di governo sul “superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dall’applicazione della direttiva Bolkestein”».

Anche il neosindacato della Base balneare commenta la notizia con questa nota: «Appare strano come certi sindacati siano attenti e scrupolosi solo ora e come per lungo tempo non si siano accorti che qualcosa fosse definitivamente cambiato (anzi, sostenevano il ddl contenente le aste proposte dal passato governo, mentre adesso fanno la parte di chi cade dalle nuvole). Anche noi alla luce di ciò che viene scritto nel Def siamo preoccupati, ma anziché dire che saremo vigili, chiediamo un decreto legge immediato dove finalmente si metterà fine al nostro problema, nonché una necessaria modifica del Def finché si è in tempo per farlo».

«Il riordino dei canoni, anche per salvare i pertinenziali – prosegue la Base balneare – sembra un cammino ormai deciso; bisogna essere capaci di spiegare alle forze di governo quanto sia grande ed enorme la bugia che gli stabilimenti balneari portino grande ricchezza, elencare le tasse che paghiamo, l’Iva al 22% , i periodi di guadagno e i lunghi periodi invernali in cui ci sono solo spese. Sindacati con la testa sulle spalle farebbero così, consci che a questa situazione siamo arrivati dopo 11 anni di menefreghismo totale».

Come le parole del Def si tradurranno in concreto nella riforma delle concessioni balneari, si potrà sapere tra pochi giorni: dopodomani è infatti convocato il primo appuntamento del tavolo interministeriale per iniziare il riordino del settore. E il ministro del turismo Gian Marco Centinaio sarà alla fiera Sun di Rimini per riferire gli esiti dei lavori: l’appuntamento è il 10 ottobre alle ore 16, nella Hall B5-D5 per l’incontro curato da Mondo Balneare.

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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