Spiaggia, cemento e opere d’arte. Tre elementi apparentemente in antitesi che riescono a mescolarsi insieme per creare qualcosa di “incredibilmente” unico: il Dadada Beach Museum. Nato in Calabria nel Comune di Montauro (Catanzaro), il primo museo al mondo all’interno di uno stabilimento balneare si trova tra gli ombrelloni e le sdraio del Dadada Beach Village, e ha già avuto la benedizione del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi che lo ha visitato nei giorno scorsi con molto interesse.
«Dal 2004 sono proprietario di questo lido e, dopo diverse vicissitudini burocratiche e non solo, sono riuscito a costruire quello che oggi si chiama il Dadada Beach Village», racconta il titolare Roberto Tallarico. «Non volevo che il lido fosse solamente un’attrazione turistica, così lo scorso 5 agosto abbiamo inaugurato il Dadada Beach Museum. L’idea era nell’aria già da tempo, ma si è concretizzata anche grazie all’incontro fortuito con l’artista calabrese Mario Loprete che ha lavorato per più di sei mesi a tempo pieno a questo progetto site specific. Questo spazio vuole essere inclusivo, e invade letteralmente tutto il lido arrivando fino in riva al mare».
Difatti, il museo non è altro che il completamento fisico e assoluto di quello che solo apparentemente è un semplice lido. Dal tetto a forma di ali di gabbiano alle ringhiere forate con i simboli dell’estate (il sole, le stelle e i cavallucci marini), il Dadada Beach Village sin dalla sua apertura ha avuto una forte identità – anche per il nome, apparentemente frivolo, che ricorda il ritornello di una celebre canzone dei Police. Invece, proprio il nome era ed è il simbolo distintivo di un progetto, di una visione, di un’opera non proprio comune: un seme lanciato nella spiaggia per crescere e germogliare, che si ispira al movimento dadaista nato a Zurigo all’inizio del 1900.
Dalle arti visive alla letteratura, dal teatro alla grafica, il dadaismo ha incarnato la politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, stravolgendo le convenzioni dell’epoca ed enfatizzando la stravaganza, la derisione e l’umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato e ricercavano l’assoluta libertà di creatività. Ed è questa la filosofia su cui si basa l’essenza del Dadada Beach Village e della sua “estensione” culturale, il Dadada Beach Museum: un contenitore a cielo aperto, fronte mare, nel quale vengono ospitate le opere d’arte di Loprete, che utilizza una particolare tecnica scultorea con cemento armato per creare opere d’arte uniche e attuali con una grande capacità comunicativa.
Nel Dadada Beach Museum le opere realizzate da Loprete sono degli elementi contestualizzati: maschere subacquee, pinne, tavole da surf, teli da mare, secchielli, giochi per bambini. Elementi “cristallizzati”, o meglio cementificati e ravvivati dai colori; opere moderne che vogliono essere l’essenza di questa società riviste, però, secondo la filosofia dada.
Il concept strutturale del Dadada Beach Museum è quello di un luogo assolutamente libero e accessibile a tutti, senza barriere architettoniche e sociali, dunque anche senza l’onere di un biglietto d’ingresso. E la collezione di opere d’arte contemporanea ospitata al “Dadada Beach Museum” è destinata ad arricchirsi nel tempo, con l’idea di superare la stagionalità della fruizione dei suoi spazi e dare luogo a una raccolta permanente di opere tematiche.
Pitture, sculture, installazioni di varie dimensioni: il Dadada Beach Museum è progettato per ospitare differenti format artistici in un perfetto connubio tra arte e ambiente, nel rispetto dell’ecologia e della biodiversità territoriale. In una terra, la Calabria, dove il binomio “cemento-mare” fa sovvenire soltanto tristi fatti di cronaca, il Dadada Beach Museum già lancia il suo primo messaggio provocatorio, celebrando il sodalizio tra le due materie, l’una emblema della mano umana e l’altro emblema di quella divina. In un ritorno alle origini, laddove le due materie si compenetravano (il cemento dell’antica Roma era costituito, infatti, di cenere e acqua marina), l’uomo riscopre al Dadada Beach Museum il giusto approccio tra cemento ed ecosistema, in un commovente e delicato abbraccio artistico che cancella dalla memoria l’aggressività feroce degli ecomostri. Cemento e mare, come Yin e Yang, ritrovano così al Dadada Beach Museum la loro antica armonia. E l’arte ne è maieutica.
Il Dadada Beach Museum è patrocinato dalla Camera di Commercio di Catanzaro, dalla Provincia di Catanzaro, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro, dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dal Comune di Montauro, dalla Fondazione Rocco Guglielmo, da Confcommerico e Confindustria di Catanzaro e dal Sindacato Italiano Balneari.
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