di Alex Giuzio
Qualcosa si muove in parlamento per salvare gli stabilimenti balneari dalla crisi definitiva. Dopo i numerosi appelli delle associazioni di categoria, che hanno richiesto misure fiscali straordinarie in seguito all’estate disastrosa per il maltempo, una mozione di iniziativa Pd sta tentando di concretizzare alcune delle soluzioni proposte: ultima, in ordine cronologico, è quella di portare l’Iva al 10% come per le altre imprese turistiche (leggi notizia), ma i sindacati hanno chiesto anche il calcolo stagionale delle tasse sui rifiuti anziché su base annua e una revisione degli studi di settore che tenga conto delle giornate di pioggia. E hanno continuato a invocare la riforma delle concessioni demaniali per uscire definitamente dal rischio delle evidenze pubbliche aperto dalla direttiva europea Bolkestein, che rimane il problema prioritario. Anche perché lo stesso governo si è dato la scadenza del 15 ottobre per trovare una soluzione.
Nei giorni scorsi una mozione, primi firmatari i deputati Lorenzo Basso e Anna Giacobbe (Pd), ha portato nuovamente il problema all’attenzione del governo, poco dopo che già il senatore Gasparri aveva tentato la carta degli studi di settore (vedi notizia precedente). La mozione di Basso e Giacobbe, invece, si concentra nell’incitare una riforma definitiva del demanio marittimo, che preveda incentivi alle imprese che ristrutturano e una riduzione del 50% dei canoni in caso di calamità naturali come quelle avvenute nell’estate appena trascorsa.
«Il comparto turistico balneare può essere una fondamentale leva di sviluppo per il nostro Paese – osserva il deputato Basso – e purtroppo l’Italia non è ancora riuscita a capitalizzare appieno questa tendenza. Per intercettare la crescita che si registra in questo settore è necessario dotare il nostro paese di una strategia adeguata, capace di interpretare i grandi cambiamenti che hanno radicalmente modificato il mercato turistico a livello internazionale; un progetto capace di valorizzare il nostro patrimonio per consolidare i mercati tradizionali e agganciare quelli emergenti».
Più in concreto va Anna Giacobbe: «Ai problemi cronici del settore si è sommata una stagione estiva caratterizzata da cancellazioni dei viaggi e partenze anticipate, in particolare nelle località turistiche balneari (-20% di presenze medie secondo Sib-Confcommercio, NdR). Sollecitiamo dunque il governo ad adottare misure a sostegno del settore e per dare impulso ai processi si innovazione necessari. In particolare si chiede di dare urgentemente attuazione alle disposizioni contenute nella legge 106: incentivi per le ristrutturazioni edilizie e per l’innovazione tecnologica e istituzione del gruppo di lavoro in materia di Tax Free Shopping. È inoltre necessario procedere entro il 15 ottobre al riordino del quadro normativo in materia di concessioni demaniali marittime a uso turistico–ricreativo: in sede europea vanno risolte le problematiche della durata e del rinnovo delle concessioni, assicurando la coerenza della disciplina europea con le specificità nazionali e la salvaguardia dell’interesse pubblico generale garantito dai servizi di salvamento in mare, tutela delle coste, primo soccorso e organizzazione dell’arenile». Parole nuovamente ambigue, che non parlano specificamente di "No alle evidenze pubbliche", ma che si spera vadano in questa direzione. Anche se il governo Renzi continua a sembrare sordo al problema.
Queste sono le misure proposte da Basso e Giacobbe: «Riduzione dei canoni del 50% in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione; revisione degli studi di settore riguardanti le imprese balneari con l’inserimento di un parametro climatico (periodo di effettivo lavoro) da applicare anche alla determinazione della TARI; riattivazione dei "Buoni Vacanze" rivolti ai lavoratori e pensionati meno abbienti, da utilizzare nei periodi di bassa stagione; adozione di criteri stringenti per correlare l’imposta di soggiorno dei comuni con i loro investimenti nel settore del turismo. Occorre infine rafforzare economicamente il progetto delle “Reti di impresa” nel turismo, uno strumento importantissimo per sostenere i processi di innovazione, in particolare tenendo conto della “rivoluzione” in atto nel settore del turismo con l’avvento delle web-technologies».
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