Federbalneari Sardegna

Concessioni balneari, Sardegna a un passo dall’estensione al 2033 (tra mille polemiche)

Il provvedimento, in fase di approvazione, è oggetto di scontro tra forze politiche e sindacali

La Regione Sardegna si appresta a estendere le concessioni balneari fino al 2033 per adeguarsi alla normativa nazionale. Il provvedimento regionale, necessario in quanto l’isola è a statuto speciale, è da settimane al centro dei lavori della giunta: a occuparsene in prima persona è l’assessore agli enti locali Quirico Sanna (Lega) e l’approvazione sarebbe ormai questione di poche settimane.

Tuttavia, non mancano le polemiche politiche che starebbero provocando il rallentamento dei lavori. A riferirle è una nota dell’associazione Federbalneari Sardegna, che denuncia: «I balneari devono sapere chi è dalla loro parte in Regione Sardegna: i gruppi di Liberi e uguali, Movimento 5 Stelle e Partito democratico si sono opposti alla proposta di legge presentata dai consiglieri della Lega, che prevedeva il blocco di nuove concessioni in attesa della circolare regionale di allineamento con la legge 145/2018 che sappiamo essere in fase di pubblicazione a stretto giro».

Claudio Maurelli, segretario regionale dell’associazione, si scaglia anche contro le altre sigle sindacali: «Federbalneari Sardegna, a differenza di sindacati vari associati a Confindustria e Confcommercio, da sempre si è definita autonoma, in quanto la politica e gli schieramenti di destra, centro e sinistra debbono stare fuori dal lavoro di rappresentanza delle famiglie dei balneari in sardegna. Purtroppo, stiamo assistendo all’ennesimo balletto da parte di pochi a discapito di molti e sono stanco di vedere sui giornali dei gesti massonici da parte di sindaci di alcuni Comuni del nord Sardegna che mandano segnali alla politica regionale. La massoneria e la politica da “amici degli amici” devono stare fuori dai problemi delle famiglie di balneari».

«La situazione che si sta verificando in Sardegna è incredibile», conclude Maurelli. «I problemi dei balneari nel resto d’Italia stanno già andando verso la risoluzione per i prossimi 15 anni, mentre in Sardegna si continua a litigare per stupidi pregiudizi e divisioni politiche e di casta. Non a caso, a livello di servizi turistici balneari siamo uno dei fanalini di coda d’Italia e questo non va assolutamente bene. È il momento di agire e lo stiamo facendo nonostante siamo i soli ad andare in audizione in Regione, mentre le sigle politicizzate ben conosciute da anni in Sardegna non si presentano neanche nei tavoli regionali in cui si decide e si lotta per la salvezza del comparto».

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